Il Csm valuterà le parole del premier sui tribunali come plotoni d'esecuzione, mentre Bersani parla di macchia indelebile sul confronto. E spunta l'ombra di incostuzionalità. Ora il provvedimento passa all'esame della Camera.
L'approvazione del processo breve da parte del Senato e le seguenti parole di Silvio Berlusconi che ha parlato dei tribunali come plotoni di esecuzione hanno provocato immediate reazioni nel mondo politico e in quello giudiziario. Il CSM ha deciso di far vagliare dalla sua Prima Commissione le parole sui plotoni, nell'ambito del fascicolo già aperto nei mesi scorsi inerente varie dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio contro le toghe.
Le parole di Berlusconi, si fa notare a Palazzo dei Marescialli, saranno, come le precedenti dichiarazioni, valutate al momento di decidere su una eventuale pratica a tutela della magistratura. Il fascicolo in questione era stato aperto in settembre, dopo una dichiarazione di Berlusconi sulle Procure di Milano e Palermo: in esso, sono poi confluite le parole pronunciate dal premier a 'Ballaro" in ottobre sui "pm comunisti" e quelle con le quali, la scorsa settimana, il presidente del Consiglio aveva paragonato le "aggressioni giudiziarie" a quella di piazza Duomo ai suoi danni ad opera di Massimo Tartaglia.
Ma anche sul processo breve il parere del Csm è nettamente contrario . L'organo di autogoverno della magistratura lo considera un amnistia per reati di particolare gravità, tra cui la corruzione e paventa il rischio di uno tsunami sulla giustizia. Solo i membri laici in quota Pdl approvano il provvedimento della maggioranza.
Ascolta il parere di Nicola Mancino, vice presidente del Csm e del consigliere Gianfranco Anedda
Ritornando invece sul tema del processo breve, Pier Luigi Bersani ha detto, a margine di un congresso al CNEL al quale partecipa, che "ieri si è fatta la cosa peggiore che si poteva fare, distruggendo la possibilità di giustizia per centinaia di migliaia di persone, per salvarne una sola. La battaglia riprenderà alla Camera ma resta una macchia indelebile e la destra si è presa la responsabilità di peggiorare le condizioni per un confronto sulle riforme".
Ascolta le parole di Pier Luigi Bersani
"E' molto difficile - sostiene Bersani - fare una discussione seria e la destra è responsabile del fatto che il Paese non possa affrontare i problemi veri". Una riforma di sistema, evidenzia il leader del Pd, "va fatta, ma la destra si è presa la responsabilità di peggiorare le condizioni per una discussione. Il Parlamento e' invaso da centinaia di iniziative e norme per salvaguardare il premier, che tolgono spazio ad un'ampia discussione su una riforma di sistema". "La realtà, conclude Bersani, è che "in tutto il mondo si parla di lavoro, fisco e temi sociali, mentre in Italia l'agenda non va".
Sulla presunta incostuzionalità del processo breve, ieri negata dal premier, il presidente del Senato Renato Schifano sostiene "Non sta a me commentare questa espressione. Sono valutazioni politiche che sfuggono alla mia competenza e alla mia conoscenza". "Ieri - aggiunge Schifani riferendosi alla approvazione del ddl che passa ora all'esame della Camera - abbiamo lavorato tanto e spero che oggi ci sia la quiete dopo la tempesta.
Il provvedimento sarà ora sottoposto al giudizio della Camera dei Deputati. L'iter non dovrebbe prevedere molti ostacoli, ma qualche rischio si potrebbe profilare. Ecco i maggiori rischi che il PDL affronterà nel percorso alla camera per il processo breve
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