Il ministro della Giustizia ha presentato il nuovo piano carceri in una conferenza stampa a termine del Consiglio dei Ministri: "Abbiamo 500 milioni dalla Finanziaria e altri 100 dal portafogli del ministero per la riforma carceraria"
Il piano carceri varato oggi dal consigli dei ministri poggia su "quattro pilastri" ed eviterà il ricorso a nuovi indulti o amnistie. Il primo punto - ha spiegato il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi assieme al premier Berlusconi - prevede la dichiarazione dello stato di emergenza fino al dicembre del 2010, tempo durante il quale al capo del Dap Franco Ionta saranno dati poteri di commissario delegato, affinché possa realizzare da subito 47 nuovi padiglioni nelle vecchie carceri.
Per questi padiglioni, verranno utilizzate le ricorse provenienti dalla Finanziaria (500 milioni di euro) e dal bilancio del dicastero di via Arenula (100 milioni). In seguito - ed è questo il "secondo pilastro del piano - saranno costruite tra il 2011 e 2012 altre carceri tradizionali e 'flessibili', sempre sul modello dell'Aquila, facendo ricorso al bilancio statale o a finanziamenti provenienti dai privati. In questo modo si arriverà, entro il 2012, a 21.749 posti in più, portando la capienza delle carceri a 80mila posti. Il terzo punto del piano riguarda, invece, le cosiddette “norme di accompagnamento" per alleggerire il peso del sovraffollamento: un ddl “ad hoc” di due articoli prevede - ha spiegato ancora Alfano - che i detenuti con pene residue inferiori ad un anno potranno andare ai domiciliari, e introduce la cosiddetta “messa alla prova”, vale a dire la norma che un anno fa il Guadasigilli aveva portato in Cdm ma che aveva avuto un altolà da parte di Lega ed ex An.
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