Giustizia, appello di Scajola a Bersani: non segua Di Pietro

Politica
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Dubbi nella maggioranza sul ddl per il processo breve. In molti puntano ad una riedizione del lodo Alfano. Il leader del Pd chiude la porta al dialogo e risponde al Ministro dello Sviluppo Economico: "Non segua lui Berlusconi"

Non piace a tutti nella maggioranza il disegno di legge sul processo Breve. Critiche al ddl arrivano oggi anche da Gaetano Pecorella, deputato del Pdl e avvocato del premier, che segnala come in molti casi la lunghezza dei processi non dipenda dai giudici e definisce demagogiche alcune scelte, come quella di escludere dal processo breve i reati legati al testo unico sull'immigrazione. In molti nella maggioranza accolgono con favore la proposta del leader Udc Pierferdinando Casini, di tornare al lodo Alfano, questa volta con legge costituzionale. D'accordo sulla necessità di tornare al lodo alfano e sulla possibilità di migliorare il ddl sul processo breve il presidente del Senato Schifani. Divisioni nella maggioranza riguardano per ora soprattutto l'esclusione dei reati legati all'immigrazione dal processo breve, un'opzione a cui tiene la Lega, ma che non piace a molti ex An. Un punto fermo lo mette il ministro della Giustizia: "Sul processo breve, spiega, indietro noon si trorna". Dall'opposizione le porte sono chiuse: per il segretario Pd Bersani l'intero dibattito sul processo breve ha il solo scopo di nascondere i problemi economici e a Scajola, che gli chiede di voltare pagina e di non seguire Di Pietro, risponde: "Non segua lui Berlusconi".

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