Da Sofia il premier lancia una nuova offensiva: "Ricorreremo al popolo. Siamo pronti al referendum". Ma da Fini arriva lo stop: "Servono ampie convergenze". Intanto l'opposizione unita denuncia il rischio di una dittatura della maggioranza
Avanti tutta. L'obiettivo di Silvio Berlusconi è prendere il toro per le corna. Un intervento radicale, una grande riforma: che sia costituzionale. Il progetto di rivisitazione del processo penale che giace in Senato "non è sufficiente". E allora, avverte il premier, se i numeri lo permetteranno in Parlamento bene, altrimenti ad essere consultati direttamente saranno gli elettori. Insomma si cambia. Il pugno in faccia c'è stato, ammette il Cavaliere. Ma non c'è alcuna intenzione di mollare.
A frenare i propositi del presidente del Consiglio arriva Gianfranco Fini: "Quando si fanno le riforme, spiega il presidente della Camera, bisogna ricordare che le istituzioni sono di tutti. Non dobbiamo poi dimenticare che una riforma a maggioranza è già stata fatta e poi è stato attivato il referendum che l'ha bocciata".
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