Berlusconi: il popolo è con me. Nessuno è super partes

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Il premier intervistato al Tg5: "Per il futuro sono convinto che sia possibile una leale dialettica tra Quirinale e governo". E aggiunge: non sono necessarie manifestazioni perchè siamo al governo, abbiamo il consenso popolare

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"Per il futuro sono convinto che sia possibile una leale dialettica tra Quirinale e governo, e sono certo che non ci saranno ostacoli al programma di riforme". Queste le dichiarazioni di Silvio Berlusconi intervenuto in diretta nel corso del telegiornale delle 8 di Canale5.

Dopo la bocciatura del lodo Alfano e le polemiche seguite alle dichiaraizioni di Berlusconi subito dopo la decisione della Consulta, il presidente del Consiglio torna sul rapporto tra esecutivo e Colle: "Bisogna sgomberare il campo da troppe ipocrisie. La coabitazione politica non è facile in nessun paese, anche in Francia ci sono state difficolta"'. 

E ancora: "In Italia c'è una dialettica insita nei ruoli diversi che la Costituzione assegna al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio. E non credo che questa dialettica venga modificata da una sentenza politica della Corte Costituzionale. Ma è anche chiaro a tutti che non c'è nessuno che in Italia si possa considerare super partes".
Poi arriva il nuovo affondo contro Napolitano: "Sapete a quale parte politica appartiene. E' un fatto che Napolitano è sempre stato un protagonista della sinistra, e nulla può cambiare la sua storia politica".

Non ci saranno manifestazioni perché "siamo al governo. Abbiamo il consenso popolare, un consenso che è aumentato - ha dichiarato il premier - Se c'è un governo legittimato dal sostegno degli elettori è il nostro. E' chiaro che siamo maggioranza e governeremo per cinque anni".

Berlusconi torna quindi ad attaccare la sinistra che vuole "sovvertire" il voto democratico con continue aggressioni, con "campagne giudiziarie".
"C'è ancora qualche buontempone che ha il coraggio di sostenere ancora che dovrei farmi processare- dichiara al Tg5 - ma Contro di me ci sono stati 109 procedimenti, più di 2500 udienze, più di 530 perquisizioni e ho dovuto spendere più di 200 milioni di euro per pagare consulenze ed avvocati".

Torna poi sul giudizio della consulta sul lodo Alfano: "Non mi ero mai fatto illusioni. Si tratta di un organismo politico che emette sentenze politiche che sono quindi sentenze di parte".

"Tranne il popolo- prosegue - cioè il 68,7% degli italiani, il nostro governo ha contro tutti: una minoranza organizzatissima di magistrati rossi, il 70 per cento della carta stampata, tutti i talk show della tv pubblica, gli spettacoli satirici. Il Capo dello Stato sapete a quale parte politica appartiene".

"Ebbene - conclude - ringrazio gli italiani per il sostegno che continuano a darmi e mi fanno sentire in obbligo di ricambiare con impegno ancora maggiore. E so che il mio dovere è di governare per tutti i cinque anni della legislatura fino al termine del mandato che il popolo italiano mi ha dato".


La Rete si divide sulla sentenza. E riscopre la scena finale del film Il Caimano.

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