Lodo Alfano,la parola alla Consulta
PoliticaTerminata la seduta della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, la legge che sospende i processi nei confronti delle più alte cariche dello Stato. Ghedini:" La legge è uguale per tutti ma non sempre lo è la sua applicazione"
Si è concluso alle 12 l'esame di costituzionalità da parte dei 15 giudici della Corte Costituzionale al Lodo Alfano, la legge del Parlamento italiano che assicura al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e alle altre tre più alte cariche dello Stato (presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato) la sospensione dei processi penali.
Ora la Corte procederà con l'esame di altre cinque cause e poi di riunirà in camera di consiglio. A questo punto è prevedibile che la decisione non arrivi prima di domani.
Pm di Milano non ammessi. Dopo 30 minuti di camera di consiglio i giudici della Consulta hanno escluso come parte nel procedimento la procura della Repubblica di Milano, che così non ha potuto partecipare all'udienza con un suo avvocato. La decisione, annunciata in aula, si basa sulla giurisprudenza della Corte e sulla legislazione vigente che, hanno detto i giudici, stabilisce che il pubblico ministero non possa essere assimilato alle parti di un processo nel ricorrere alla Corte Costituzionale.
La sfida tra gli avvocati. Oggi in aula hanno preso la parola il relatore Franco Gallo, che ha presentato le questioni di illegittimità avanzate dal Tribunale di Milano e dal gip di Roma, le sedi che ospitano tre procedimenti a carico del premier, tre legali del premier e quello della Presidenza del Consiglio, l'avvocato dello Stato Glauco Mari.
L'avvocato Ghedini. "La legge è uguale per tutti ma non sempre lo è la sua applicazione". Così Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare, ha difeso il lodo Alfano di fronte alla Corte Costituzionale riunita per stabilirne la costituzionalità. "Con legge ordinaria - aggiunge Ghedini prima di lanciarsi in una lunga arringa tecnica - abbiamo costruito un edificio costituzionalmente resistente".
L'avvocato Pecorella ha contestato che il lodo violi il principio di uguaglianza della costituzione in quanto si applica al presidente del Consiglio e non anche ai suoi ministri. Secondo l'avvocato è "ragionevole distinguere la posizione del presidente del Consiglio perché la sua figura è stata modificata dalla legge elettorale del 2005 (secondo cui i partiti oltre a depositare i contrassegni per le elezioni presentano un programma e dichiarano il capo della loro forza politica)".
"Il presidente del Consiglio è pertanto il solo organo costituzionale che riceve una investitura dalla volontà popolare e questo lo distingue dagli altri ministri", ha detto Pecorella.
L'avvocato Longo ha sostenuto che il presidente del Consiglio, visto il complesso della sua attività, non è in grado di organizzare efficacemente la propria difesa di imputato. "Non è possibile vestire contemporaneamente la veste di imputato e di alta carica dello Stato", ha detto Longo. "Non si potrà mai avere un giusto processo se si privilegia la dimensione temporale al diritto inviolabile della difesa".
Sono tre i ricorsi contro il lodo Alfano: due presentati dai giudici di Milano nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (che nel frattempo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset; il terzo ricorso è del gip di Roma chiamato a decidere se archiviare (come ha chiesto la procura) o rinviare a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
Tre sono le possibili soluzioni: il no ai ricorsi e quindi l'ok al Lodo Alfano così com'è, l'accettazione parziale con la dichiarazione di parziale incostituzionalità del Lodo, le cui parti non approvate dalla Consulta potrebbero essere modificate con un disegno di legge, e infine la bocciatura integrale della legge, come avvenuto per il precedente Lodo Schifani.
L'udienza è terminata attorno alle 12. La Corte è chiamata a esaminare altre cinque udienze per altrettante cause, al termine delle quali, comincerà la camera di consiglio.
Secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, la camera di consiglio andrà avanti a oltranza fino a domani sera. Se non si arriverà a una decisione entro questo termine, con ogni probabilità la Consulta rinvierà alla settimana prossima visto che giovedì cinque dei 15 giudici dovranno partecipare a un incontro internazionale a Lisbona.
Resta ancora possibile un rinvio dell'inizio della camera di consiglio se uno dei giudici dovesse chiedere più tempo per esaminare gli atti.
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Ora la Corte procederà con l'esame di altre cinque cause e poi di riunirà in camera di consiglio. A questo punto è prevedibile che la decisione non arrivi prima di domani.
Pm di Milano non ammessi. Dopo 30 minuti di camera di consiglio i giudici della Consulta hanno escluso come parte nel procedimento la procura della Repubblica di Milano, che così non ha potuto partecipare all'udienza con un suo avvocato. La decisione, annunciata in aula, si basa sulla giurisprudenza della Corte e sulla legislazione vigente che, hanno detto i giudici, stabilisce che il pubblico ministero non possa essere assimilato alle parti di un processo nel ricorrere alla Corte Costituzionale.
La sfida tra gli avvocati. Oggi in aula hanno preso la parola il relatore Franco Gallo, che ha presentato le questioni di illegittimità avanzate dal Tribunale di Milano e dal gip di Roma, le sedi che ospitano tre procedimenti a carico del premier, tre legali del premier e quello della Presidenza del Consiglio, l'avvocato dello Stato Glauco Mari.
L'avvocato Ghedini. "La legge è uguale per tutti ma non sempre lo è la sua applicazione". Così Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare, ha difeso il lodo Alfano di fronte alla Corte Costituzionale riunita per stabilirne la costituzionalità. "Con legge ordinaria - aggiunge Ghedini prima di lanciarsi in una lunga arringa tecnica - abbiamo costruito un edificio costituzionalmente resistente".
L'avvocato Pecorella ha contestato che il lodo violi il principio di uguaglianza della costituzione in quanto si applica al presidente del Consiglio e non anche ai suoi ministri. Secondo l'avvocato è "ragionevole distinguere la posizione del presidente del Consiglio perché la sua figura è stata modificata dalla legge elettorale del 2005 (secondo cui i partiti oltre a depositare i contrassegni per le elezioni presentano un programma e dichiarano il capo della loro forza politica)".
"Il presidente del Consiglio è pertanto il solo organo costituzionale che riceve una investitura dalla volontà popolare e questo lo distingue dagli altri ministri", ha detto Pecorella.
L'avvocato Longo ha sostenuto che il presidente del Consiglio, visto il complesso della sua attività, non è in grado di organizzare efficacemente la propria difesa di imputato. "Non è possibile vestire contemporaneamente la veste di imputato e di alta carica dello Stato", ha detto Longo. "Non si potrà mai avere un giusto processo se si privilegia la dimensione temporale al diritto inviolabile della difesa".
Sono tre i ricorsi contro il lodo Alfano: due presentati dai giudici di Milano nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (che nel frattempo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset; il terzo ricorso è del gip di Roma chiamato a decidere se archiviare (come ha chiesto la procura) o rinviare a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
Tre sono le possibili soluzioni: il no ai ricorsi e quindi l'ok al Lodo Alfano così com'è, l'accettazione parziale con la dichiarazione di parziale incostituzionalità del Lodo, le cui parti non approvate dalla Consulta potrebbero essere modificate con un disegno di legge, e infine la bocciatura integrale della legge, come avvenuto per il precedente Lodo Schifani.
L'udienza è terminata attorno alle 12. La Corte è chiamata a esaminare altre cinque udienze per altrettante cause, al termine delle quali, comincerà la camera di consiglio.
Secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, la camera di consiglio andrà avanti a oltranza fino a domani sera. Se non si arriverà a una decisione entro questo termine, con ogni probabilità la Consulta rinvierà alla settimana prossima visto che giovedì cinque dei 15 giudici dovranno partecipare a un incontro internazionale a Lisbona.
Resta ancora possibile un rinvio dell'inizio della camera di consiglio se uno dei giudici dovesse chiedere più tempo per esaminare gli atti.
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