"La Commissione Europea ha agito poco e male", ha detto il ministro dell'Interno a Milano tra le proteste di un piccolo gruppo, subito allontanato. Le toghe sul piede di guerra sollecitano la questione di costituzionalità per il reato di clandestinità
Nel corso del suo intervento conclusivo alla seconda Conferenza nazionale sull'immigrazione, in corso all'Università Cattolica di Milano, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è stato contestato da parte di un piccolo gruppo che, in Aula Magna, ha urlato: "Buffone, no all'identificazione, no ai respingimenti". A urlare gli slogan sette donne tra cui una consigliera comunale e alcune giovani aderenti all'Arci, subito allontanate dagli uomini della Digos. Il ministro ha interrotto il suo discorso per un minuto per poi proseguire l'intervento attaccando anche la Commissione Europea: "Ha agito poco e male". Il ministro invece non è tornato sulla questione che ha sollevato il muro contro muro con l'associazione nazionale magistrati. "Non possiamo accettare - aveva detto il ministro - che le toghe interpretino il reato di immigrazione clandestina in un modo o in un altro" e aveva invocato l'intervento del Csm. E proprio al Csm è stata chiesta l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati che hanno sollevato la questione di costituzionalità per il reato di clandestinità. Intanto il ministro della Giustizia Alfano difende Maroni: "Alludeava al diritto-dovere dei magistratio di inetpretare le leggi fatte dal Parlamento. Ma deve esere un'interpretazione, non l'elusione della legge". "
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