Prima auspica che stiano zitti i portavoce e i commissari dell'Unione, poi sferra un attacco durissimo contro il quotidiano delle 10 domande: "Ha un editore svizzero e un direttore evasore". Ma sulla sua salute il premier rassicura: sono Superman
A Danzica per celebrare l'anniversario dello scoppio del secondo conflitto mondiale , il premier Silvio Berlusconi dà fuoco alle polveri della sua guerra: in poche ore si susseguono una dichiarazione durissima contro l'Ue ("nessun commissario e nessun portavoce di commissario deve intervenire pubblicamente su alcun tema") e un attacco diretto al quotidiano La Repubblica che da mesi lo incalza con le ormai famigerate "10 domande" (" Repubblica è un 'super partito politico' di un editore svizzero e con un direttore dichiaratamente evasore fiscale").
Due dichiarazioni che fanno scattare immediata la polemica in Italia e all'estero.
Così, mentre una trentina tra capi di Stato e di Governo si ritrovavano in Polonia per ricordare la seconda guerra mondiale e Angela Merkel coglieva il plauso di tutti dichiarando "Rendo omaggio ai 60 milioni di persone che hanno perso la vita per colpa della guerra scatenata dalla Germania", Berlusconi ha attirato l'attenzione internazionale partendo dal tema degli sbarchi e dei respingimenti.
"Non è vero" che la Ue abbia richiamato l'Italia sul tema dell'immigrazione, sostiene Berlusconi: "Si strumentalizzano espressioni di portavoce". Lo dice chiaro il premier dalla platea polacca e minaccia di bloccare il funzionamento del Consiglio Europeo. "E' un problema - dice il premier - che porterò sul tavolo del prossimo consiglio dei Capi di Stato e di Governo e la mia posizione sarà decisa e precisa: non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio, ove non si determini che nessun commissario e nessun portavoce di commissario possa intervenire più pubblicamente su alcun tema. Deve spettare solo al presidente della Commissione e al suo portavoce - continua Berlusconi - di intervenire: chiederò che i commissari e i portavoce di commissari che continuano nell'andazzo di tutti questi anni, vengano dimissionati in maniera definitiva". Il perché di una posizione tanto dura è spiegato dallo stesso presidente del Consiglio italiano: "Questa è una cosa che non si può più accettare - conclude - perché si danno alle opposizioni di ogni paese delle armi che invece non esistono".
Passano poche ore e ancora una volta accerchiato da cronisti e microfoni Berlusconi, dopo una passeggiata nel centro di Danzica, sferra un duro attacco al quotidiano diretto da Ezio Mauro: "Io - ha detto - alle dieci domande non ho risposto non perché non possa rispondere, ma perché sono insolenti, offensive e diffamanti. Il solo modo in cui mi sono state poste - ha aggiunto - mi fa dire che io a questa gente non rispondo. Avrei risposto - ha concluso - se le avesse poste un giornale che non fosse un superpartito politico di un editore svizzero e con un direttore dichiaratamente evasore fiscale" dice riferendosi probabilmente a quanto riportato pochi giorni fa da un articolo pubblicato dal Giornale .
Dopo giorni di botta e risposta tra il Giornale e Avvenire , domani è annunciata la replica dello stesso Ezio Mauro su Repubblica .
A una sola domanda non avrebbe sentito comunque bisogno di rispondere il premier. "Non a quella se fossi malato" ha spiegato, "perché basterebbero le cose che ho fatto in questi quindici mesi di attività governativa per vedere che io non solo non sono malato, ma sono Superman: cioé a me Superman fa ridere".
Poi, poco prima di entrare in macchina diretto all'aeroporto, Berlusconi ha chiarito: "Scrivete che io dico queste cose con ironia, con il sorriso; trasmettete il sorriso fra una riga e l'altra".
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Così, mentre una trentina tra capi di Stato e di Governo si ritrovavano in Polonia per ricordare la seconda guerra mondiale e Angela Merkel coglieva il plauso di tutti dichiarando "Rendo omaggio ai 60 milioni di persone che hanno perso la vita per colpa della guerra scatenata dalla Germania", Berlusconi ha attirato l'attenzione internazionale partendo dal tema degli sbarchi e dei respingimenti.
"Non è vero" che la Ue abbia richiamato l'Italia sul tema dell'immigrazione, sostiene Berlusconi: "Si strumentalizzano espressioni di portavoce". Lo dice chiaro il premier dalla platea polacca e minaccia di bloccare il funzionamento del Consiglio Europeo. "E' un problema - dice il premier - che porterò sul tavolo del prossimo consiglio dei Capi di Stato e di Governo e la mia posizione sarà decisa e precisa: non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio, ove non si determini che nessun commissario e nessun portavoce di commissario possa intervenire più pubblicamente su alcun tema. Deve spettare solo al presidente della Commissione e al suo portavoce - continua Berlusconi - di intervenire: chiederò che i commissari e i portavoce di commissari che continuano nell'andazzo di tutti questi anni, vengano dimissionati in maniera definitiva". Il perché di una posizione tanto dura è spiegato dallo stesso presidente del Consiglio italiano: "Questa è una cosa che non si può più accettare - conclude - perché si danno alle opposizioni di ogni paese delle armi che invece non esistono".
Passano poche ore e ancora una volta accerchiato da cronisti e microfoni Berlusconi, dopo una passeggiata nel centro di Danzica, sferra un duro attacco al quotidiano diretto da Ezio Mauro: "Io - ha detto - alle dieci domande non ho risposto non perché non possa rispondere, ma perché sono insolenti, offensive e diffamanti. Il solo modo in cui mi sono state poste - ha aggiunto - mi fa dire che io a questa gente non rispondo. Avrei risposto - ha concluso - se le avesse poste un giornale che non fosse un superpartito politico di un editore svizzero e con un direttore dichiaratamente evasore fiscale" dice riferendosi probabilmente a quanto riportato pochi giorni fa da un articolo pubblicato dal Giornale .
Dopo giorni di botta e risposta tra il Giornale e Avvenire , domani è annunciata la replica dello stesso Ezio Mauro su Repubblica .
A una sola domanda non avrebbe sentito comunque bisogno di rispondere il premier. "Non a quella se fossi malato" ha spiegato, "perché basterebbero le cose che ho fatto in questi quindici mesi di attività governativa per vedere che io non solo non sono malato, ma sono Superman: cioé a me Superman fa ridere".
Poi, poco prima di entrare in macchina diretto all'aeroporto, Berlusconi ha chiarito: "Scrivete che io dico queste cose con ironia, con il sorriso; trasmettete il sorriso fra una riga e l'altra".
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