Giovanardi: regolarizzare badanti e colf

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio chiede una regolarizzazione per gli extracomunitari che sono già in Italia senza permesso di soggiorno, ma con un rapporto di lavoro in corso. E precisa: non si tratta di una sanatoria

Una regolarizzazione per gli extracomunitari che sono già in Italia senza permesso di soggiorno, ma con un rapporto di lavoro in corso. A chiederla al governo, attraverso un provvedimento d'urgenza simile alla regolarizzazione attuata nel 2002, prima dell'entrata in vigore della legge Bossi-Fini, è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia Carlo Giovanardi.
Obiettivo: gestire l'emergenza di colf e badanti, circa mezzo milione di persone ora in Italia, che si troverebbero 'fuori-legge' con l'ok al pacchetto sicurezza e rendere più efficaci le nuove norme varate dal Parlamento.
Giovanardi ha poi precisato che non si tratta di una sanatoria, perchè non indiscriminata ma rivolta ai cittadini extracomunitari già in Italia e il cui datore di lavoro sia disponibile ad assumerli e quindi regolarizzarli.

Non sono meno di 500 mila, le colf e badanti irregolari in Italia. Su questo dato concordano alcune delle organizzazioni impegnate per i diritti degli immigrati, come la Caritas Italiana e le Acli-colf.

L'ultima possibilità avuta per la messa in regola delle badanti risale allo scorso anno, al decreto flussi 2008 che ha previsto l'ingresso di 105.400 collaboratrici familiari. Il provvedimento si aggiungeva alle richieste presentate nel 2007, sempre nell'ambito delle quote annuali dei lavoratori extracomunitari, che per colf e badanti erano state oltre 420 mila su complessive circa 750 mila richieste.

Secondo una recente indagine delle Acli-colf, la metà della categoria lavora in nero. Nel nostro paese si contano 600 mila lavoratori domestici regolari, ma considerando il sommerso se ne contano almeno il doppio.
Fra le colf e badanti regolari, il 78,7% sono straniere. Le donne sono l'87% fra i lavoratori stranieri, il 96% fra gli italiani. Il 20% proviene dalla Romania, il 12,7% dall'Ucraina, il 9% circa dalle Filippine e il 6% dalla Moldavia. Seguono Perù, Ecuador, Polonia e Sri Lanka, con percentuali che vanno dal 3,6 al 2,8% e rappresentanze minori di numerosi altri Paesi.

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