Dopo la tornata elettorale, i numeri cambiano. Ventisei province vanno al centrodestra al primo colpo, 14 restano al centrosinistra, 22 vanno al ballottaggio. Stessa tendenza sul fronte delle comunali
Si votava in 62 provincie, di cui 3 nuove. 50 erano amministrate dal centrosinistra, 9 dal centrodestra. Dopo la tornata elettorale, i numeri cambiano. Ventisei province vanno al centrodestra al primo colpo, 14 restano al centrosinistra, 22 vanno al ballottaggio. Stessa tendenza sul fronte delle comunali, con 4281 municipi chiamati alle urne di cui 30 capoluoghi di provincia. Sei le nuove amministrazioni guadagnate dal centrodestra al primo turno. Il centrosinistra comunque tiene nelle roccaforti Toscana, Emilia Romagna e Umbria. Pdl e lega strappano dunque agli avversari per ora 15 province e avanzano ovunque, da nord a sud, mentre non si registrano ribaltoni nell'altro senso. Doccia fredda per il centrosinistra anche per i ballottaggi nei comuni tradizionalmente rossi di Firenze e Bologna, dove i suoi candidati pur in testa non superano la soglia del 50% e dovranno attendere per l'eventuale vittoria, mentre a Bari si profila per il secondo turno un testa a testa piuttosto serrato. Quanto alle provinciali, i ballottaggi più caldi si focalizzano a Milano, con (centrodestra) sopra Penati di 10 punti, e Torino, coi candidati distanziati al primo turno di 4 punti, quello di centrosinistra in testa.