Elezioni europee: gli utenti votano su Facebook

Politica
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Sul social network gli elettori si uniscono intorno al loro partito o si chiedono a quale candidato dare la loro preferenza. E per i più indecisi spunta il politometro: 30 domande per scoprire da che parte stare

di Chiara Ribichini

“Per coloro che alle elezioni non vogliono barrare una casella domandandosi "chi sto votando? va beh tanto i politici sono tutti uguali! (…) Per coloro che vogliono alle elezioni europee una persona in grado di conoscere e affrontare i problemi comuni!”. A tutti questi elettori indecisi si rivolge Chi votare alle elezioni europee, uno dei tanti gruppi nati su Facebook in vista delle elezioni europee del 6 e 7 giugno. Piazze virtuali dove confrontare le proprie idee politiche, esprimere la propria intenzione di voto, ma anche porre dubbi e domande. Ci sono gruppi informativi, come Elezioni europee 2009-circoscrizione Sicila-Sardegna, nato per conoscere tutti i candidati delle due regioni, o quelli dedicati al sistema elettorale come Meglio eletti che nominati sì alle preferenze alle elezioni europee. Ma ad accendere il dibattito sulla legge elettorale è soprattutto la soglia di sbarramento: c’è chi è favorevole, perché “la proliferazione di piccoli partiti favorisce le clientele, la spartizione politica delle poltrone, i costi della politica” e chi invece si schiera contro perché in questo modo si escludono dal Parlamento europeo forze politiche come Rifondazione comunista e di fatto tutta la sinistra”.

Al di là delle discussioni sul sistema di voto, gli utenti si confrontano soprattutto sui nomi dei candidati. A riscuotere successo tra i Facebookiani sono soprattutto le donne, come Daniela Melchiorre (Liberal Democratici) o Debora Serracchiani (Pd). “Mi piace molto Daniela Melchiorre. Penso che voterò lei. Mi ha convinto soprattutto grazie alla nuova frangia degli ecologisti indipendenti. Poi è caruccia con cervello. Mi sembra più critica con il governo attuale che lo stesso PD” afferma Renato sulla bacheca di Elezioni Europee. “Debora non ti conoscevo prima, ho visto la puntata di Ballarò e son rimasto a bocca aperta: finalmente una persona giovane e capace di avere ed esprimere idee giuste e esprimerle in una maniera decisa e rispettosa del proprio avversario politico. Sei una ottima candidata politica e purtroppo si vedono poche persone come te nel mondo politico attuale” scrive Severino sulla bacheca del gruppo Io alle europee voto Debora Serracchiani

Al centro del dibattito politico resta comunque lui: Silvio Berlusconi. Sono decine i gruppi nati pro o contro il presidente del Consiglio. Da Io alle europee voto per Silvio Berlusconi a Stiamo cercando 20 milioni di italiani che non votino per Berlusconi, nato con l’intento di capire quante persone non daranno la loro preferenza al Pdl.
Ma la rete non risparmia critiche a nessuno. E così, se Berlusconi viene visto come un moderno Carlo Magno che vuole espandere il suo dominio a tutte l’Europa, Franceschini viene definito da Eugenio come “l'ennesimo dirigente del PD che si dice dalla parte dei lavoratori fino a quando è all'opposizione.”

Girando sul social network si scopre che ogni partito ha il suo gruppo: il Pdl, il Pd, i Radicali o l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Ma ci sono anche gruppi dedicati a chi non vuole andare a votare. “Perché io devo andare a votare uno che non conosco e collaborare a fargli prendere ulteriori 12 mila euro, se non di più di stipendio netti al mese? Votiamo solo per eleggere Sindaco e consiglieri comunali del paese in cui si vive” propone Damiano sulla bacheca del gruppo Boicottiamoli alle elezioni europeeE’ della stessa idea Stefano che, sulla bacheca di Alle prossime elezioni europee non voterò perché , spiega: “Non voterò se non potrò scegliere chi votare, se non si ridurrà lo stipendio di un europarlamentare che difende i diritti di chi guadagna 800 € al mese prendendone 50 volte tanto, se le sentenze della corte europea non verranno rispettate in Italia, se verranno mandati ancora milioni di euro nel mezzogiorno per finanziare studi per creare lavoro”.
E, per tutti coloro che invece hanno deciso di andare a votare ma non sanno a chi dare la propria preferenza, c’è il politometro:  30 domande per capire da che parte stare. 

 

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