"Nonostante abbia pagato il mio debito con la giustizia, nonostante mi sia allontanato da ogni logica delinquenziale e nonostante non abbia più nessun procedimento a carico, mi sento perseguitato", lo sfogo del figlio del Capo dei capi di Cosa nostra, morto nel novembre 2017
"Nonostante abbia pagato il mio debito con la giustizia, nonostante mi sia allontanato da ogni logica delinquenziale e nonostante non abbia più nessun procedimento a carico, mi sento perseguitato, oppresso, tartassato e bersagliato per ogni cosa io faccia". Questo è lo sfogo di Giuseppe Salvatore Riina, detto Salvo, terzogenito di Totò Riina, affida al proprio legale di fiducia, l'avvocato Fabiana Gubitoso del Foro di L'Aquila. Ma cosa è accaduto? Giuseppe Salvatore Riina deve rinnovare il documento d'identità presso il Comune di Corleone, in provincia di Palermo, dove attualmente risiede ancora la madre e dove Salvo ha abitato in passato. In sostanza, come spiegato dal legale, il sindaco ha convocato un consiglio comunale "al fine di deliberare di 'sollecitare le autorità e la magistratura ad obbligare il Riina a lasciare la città poiché la sua presenza viene ritenuta inopportuna, sgradita e indesiderata". (LA MORTE DI TOTO' RIINA - LE STRAGI)
La situazione
E ancora: "Affermare pubblicamente che il Riina sia ancora pericoloso significa non credere alla rieducazione del reo e calpestare la nostra Costituzione; continuare ad accostare il suo nome al padre, significa avere pregiudizi e preconcetti indelebili". Da qui il pensiero di Giuseppe Salvatore Riina: "Voglio essere Iasciato in pace e poter vivere tranquillamente la mia vita, seguendo il mio lavoro di autore e dedicare il mio tempo ai miei affetti e interessi, come una persona qualsiasi".