"Provo soltanto amarezza e non felicità, forse per i tredici anni della mia vita passati in vicende giudiziarie e per il massacro mediatico subito", commenta l'ex leader del Mpa
Si chiude la vicenda processuale per l'ex governatore della Sicilia ed ex leader del Mpa, Raffaele Lombardo: la Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso della Procura generale di Catania contro la sentenza del 7 gennaio del 2022 che lo ha assolto dalle imputazioni di concorso esterno alla mafia, perché il fatto non sussiste, e di reato elettorale aggravato dall'avere favorito la mafia, per non avere commesso il fatto. Il Pg della Cassazione aveva chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado.
Lombardo: "Provo amarezza e non felicità"
"Provo soltanto amarezza e non felicità, forse per i tredici anni della mia vita passati in vicende giudiziarie e per il massacro mediatico subito", ha commentato Lombardo.
Al centro del processo c'erano i presunti contatti con esponenti dei clan etnei che l'ex governatore, assistito dagli avvocati Maria Licata e Vincenzo Maiello, ha sempre negato sostenendo di avere "nuociuto alla mafia come mai nessuno prima di me", di "non avere incontrato esponenti" delle cosche e di avere "sempre combattuto Cosa nostra". Il procedimento ha anche trattato presunti favori elettorali del clan a Raffaele Lombardo nelle regionali del 2008, in cui fu eletto governatore, e a suo fratello Angelo, per cui si procede separatamente, per le politiche dello stesso anno.
L'iter giudiziario
La Seconda sezione penale della Cassazione, nel 2019, aveva annullato con rinvio la sentenza emessa il 31 marzo 2017 dalla Corte d'appello di Catania che aveva assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa l'ex governatore e lo aveva condannato a due anni (pena sospesa) per corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso, ma senza intimidazione e violenza. Una sentenza, quella di secondo grado, che aveva riformato quella emessa il 19 febbraio 2014, col rito abbreviato, dal Gup Marina Rizza che lo aveva condannato a sei anni e otto mesi per concorso esterno all'associazione mafiosa ritenendolo, tra l'altro, "arbitro" e "moderatore" dei rapporti tra mafia, politica e imprenditoria. Nel rinnovato processo di secondo grado, davanti un'altra Corte d'appello a Catania, Lombardo è stato assolto da tutti i reati, anche se con formule diverse, e la sentenza adesso, dopo la pronuncia di oggi della sesta sezione penale della Cassazione che dichiarato inammissibile il ricorso, è definitiva.