Mafia, colpo a clan Madonie: 13 misure cautelari a Palermo

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Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito 13 provvedimenti cautelari - cinque in carcere e otto agli arresti domiciliari- disposti dal gip di Palermo. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga. 

Il provvedimento

Il provvedimento nasce da un'indagine durata due anni sui mandamenti mafiosi madoniti di Caccamo, Trabia e San Mauro Castelverde. Decine le richieste di pizzo scoperte e rivolte a imprenditori dei settori edile, immobiliare, agricolo e delle onoranze funebri. Il denaro incassato dalle estorsioni finanziava le casse dei clan.

Alcuni degli arrestati nell'operazione antimafia dei carabinieri, che ha colpito i clan mafiosi delle Madonie, non sono accusati solo di estorsioni e traffico di droga, mai anche di abusi sessuali nei confronti di una minorenne e maltrattamenti in famiglia.

Boss accusato di abusi su minore e maltrattamenti

In particolare un 54enne, storico esponente del mandamento di Cerda e della famiglia di Campofelice di Roccella, è accusato di aver abusato di una quindicenne con cui aveva anche legami famigliari. Suo padre, 84 anni, avrebbe invece ripetutamente picchiato, insultato e vessato la moglie e la figlia solo perché gli avrebbero cucinato troppo spesso pasta e lenticchie e perchè avevano osato affacciarsi al balcone. Il giudice ha ritenuto provati entrambi i reati: la violenza sessuale sulla ragazzina è stata ripresa il 28 luglio del 2021 da una telecamera installata dagli inquirenti, mentre i maltrattamenti in famiglia emergono da una serie di intercettazioni effettuate tra il 2 aprile 2020 e il 31 gennaio 2021. Nelle immagini, girate alle 16.59 del 28 luglio del 2021, si vedrebbe il 54enne molestare la ragazzina e poi la vittima indietreggiare per sottrarsi. L'anziano, invece, avrebbe ripetutamente picchiato la figlia con schiaffi, calci e pugni sul viso, oltre a stringerle il collo, provocandole lividi ed escoriazioni, ma anche la consorte, constringendola anche a rapporti sessuali non consensuali. "Cafudda, cafudda (picchia ndr) sempre", così dicevano le due donne, riferendo anche di comportamenti che l'anziano avrebbe imposto loro, minacciandole di rappresaglie nel caso in cui avessero trasgredito.

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