Addio a Letizia Battaglia, aperta la camera ardente a Palazzo delle Aquile

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Lo ha deciso il sindaco Leoluca Orlando insieme ai familiari della fotoreporter ed ex assessore comunale. Le ceneri della fotoreporter saranno sparse in mare

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La camera ardente per Letizia Battaglia, morta a Palermo a 87 anni, è aperta dalle ore 12 nell'atrio di Palazzo delle Aquile, sede del Municipio di Palermo. Lo ha deciso il sindaco Leoluca Orlando insieme ai familiari della fotoreporter ed ex assessore comunale. L'ingresso al pubblico è disciplinato secondo le direttive in materia sanitaria legate al Covid-19. Accanto alla bara è esposta la foto della bambina con il pallone che Letizia Battaglia ha rintracciato e abbracciato dopo 38 anni. Domani mattina i resti della fotoreporter saranno trasferiti a Cosenza per la cremazione. Saranno poi le figlie a riportare le ceneri a Palermo perché siano disperse in mare, secondo le volontà della madre. La camera ardente rimarrà aperta al pubblico per tutta la notte. Domani mattina alle 11 l'ultimo saluto alla fotografa ed ex assessore comunale.

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Il saluto a Letizia Battaglia

Quando una delle sue foto più celebri - la ragazza col pallone - viene esposta dietro la bara, la folla applaude. Sul feretro due mazzi di fiori di campo "quelli che piacevano a lei", dice la figlia Shobba, fotografa come sua madre Letizia, donna libera che ha raccontato miserie, grandezze, dolori e speranze di Palermo, morta la scorsa notte. Accanto a Shobba, nella camera ardente allestita a Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, c'è il sindaco Leoluca Orlando, l'amico di una vita che l'aveva voluta nella sua giunta. Decine le persone arrivate a rendere omaggio a Letizia Battaglia che domani, dopo l'ultimo saluto, verrà cremata. E' stata lei stessa a chiederlo, come è stata lei a chiedere che le sue ceneri siano disperse nel mare che tanto amava. "Deve essere una grande festa, come lei avrebbe voluto", dice Shobba. "Sia una festa", è anche l'invito di Leoluca Orlando.

L'ultimo desiderio

La figlia Shobba le è stata accanto fino alla fine e ha esaudito il suo ultimo desiderio: essere fotografata nel tornante conclusivo della sua vita. "Se ci sono le foto di quando sono nata ci devono essere quelle di quando sono morta. Devi raccontare la mia malattia e il mio trapasso", ha chiesto alla figlia. Trasgressiva, controcorrente, capace di cogliere anche la bellezza della morte, lei che ha fotografato e raccontato gli omicidi di mafia, gli anni bui di Palermo, "ora - aggiunge Shobba - è la mamma di tutti. È libera e vive nei ricordi di tutti. Per questo faremo una grande festa ".

Il ministro Franceschini: "Addio a una grande italiana"

"Addio a Letizia Battaglia. Una grande fotografa, una grande donna italiana che con la sua arte e le sue fotografie ha portato avanti importanti lotte di denuncia e di impegno civile". Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che si stringe ai familiari e agli amici.

Il presidente della Camera Fico: "Sua scomparsa è enorme perdita"

"Una straordinaria artista, capace di trovare sempre un punto di vista differente per osservare la sua città e la società. Una grande reporter che ha raccontato episodi drammatici della nostra storia recente. E un'attivista politica, impegnata in prima persona per la propria comunità. Letizia Battaglia è stata tutto questo e tanto altro ancora. La sua scomparsa è un'enorme perdita per tutti noi". Così il presidente della Camera Roberto Fico. 

Miccichè: "Eccezionale testimone di Palermo"

"Una donna e una fotografa eccezionale, testimone della Palermo buia e tetra segnata da stragi e omicidi e anche della Sicilia che faticosamente sta cercando di rialzarsi, affrancandosi dalla mafia: tutto questo era Letizia Battaglia, professionista e artista del vero, che il mondo ci invidiava". Così il presidente dell'Assemblea regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, commentando la morte della famosa fotografa palermitana ed "esprimendo ai familiari il cordoglio mio e del Parlamento siciliano".

L'assessore Samonà: "Lottava per donne e bambini"

"La Sicilia ieri ha perso un pezzo della sua anima: non possiamo non ringraziare Letizia Battaglia per quei suoi scatti storici, che hanno fissato indelebilmente la nostra Terra, profanata e insanguinata dall'arroganza violenta della mafia. Mi piace anche ricordare il suo impegno, una sorta di missione, a favore di donne e di bambine. A questo proposito, indimenticabile è l'immagine della piccola con la busta del pane, che ha sullo sfondo il quartiere della Kalsa. Attraverso i suoi occhi abbiamo vissuto, anche se solo metaforicamente, la sua straordinaria vita. Voglio salutarla con una sua riflessione: 'Ho fotografato in tutto il mondo, ma fuori da Palermo le foto mi vengono diverse. Qui c'è qualcosa che mi appartiene, o io forse le appartengo'. Grazie Letizia". Questo il ricordo dell'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà.

Don Ciotti: "Dobbiamo esserle sempre grati"

"L'immagine parla. E quando è immagine autentica - colta da un occhio affamato di conoscenza e aperto allo stupore - lo fa in maniera inequivocabile, con un linguaggio diretto che traduce l'emozione in domanda e la domanda in azione. Per questo dobbiamo essere profondamente grati a Letizia Battaglia. Le sue fotografie non si sono limitate a 'documentare' fatti: hanno espresso il loro lato oscuro, urticante. A volte l'orrore, penso ovviamente alle foto dei delitti di mafia, altre volte le mute speranze di volti segnati dall'impegno e dal desiderio di vita". Questo il ricordo di don Luigi Ciotti, presidente Libera e gruppo Abele. "Senza Letizia e le sue fotografie che hanno impedito di volgere altrove lo sguardo, la storia di Palermo, della Sicilia, ma anche del nostro Paese sarebbero più povere e incomplete - aggiunge - Il modo migliore di ricordarla è allora procedere ancora più determinati in quel cammino che ci allontana per sempre dai fatti di morte e sempre più ci avvicina a quelli di vita. Nel segno di una persona generosa e mai conforme, che ha 'allargato l'obiettivo' all'impegno sociale e politico incontrando persone e realtà in ogni parte d'Italia, testimone di quell'inesausta sete di verità che rende la vita umana degna d'essere vissuta. Ciao Letizia".

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