L'ex ministro dell'Interno è accusato di sequestro di persona per il ritardo dello sbarco dalla nave di 131 migranti nel luglio del 2019 ad Augusta. Secondo la Procura, le sue scelte sono state "condivise dal governo" e la sua posizione "non integra gli estremi del reato" perché "il fatto non sussiste"
Si è svolta a Catania l'udienza preliminare nei confronti dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per il ritardo dello sbarco dalla nave Gregoretti di 131 migranti nel luglio del 2019 ad Augusta, nel Siracusano (LE TAPPE). L'ex ministro Salvini era presente nell'aula bunker del carcere di Bicocca assistito dal suo legale, l'avvocato Giulia Bongiorno. Per questa udienza anche i giornalisti sono stati ammessi in aula. Al termine del suo intervento il pm Andrea Bonomo ha chiesto il non luogo a procedere nei confronti di Salvini.
L'udienza preliminare
Dopo il magistrato sono intervenute le parti civili che sono AccoglieRete, Legambiente ed Arci, rappresentate rispettivamente dagli avvocati Corrado Giuliano, Daniela Ciancimino e Antonio Feroleto, e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti, rappresentata dall'avvocato Massimo Ferrrante. Confermata, al momento, la data definitiva di conclusione dell'udienza preliminare prevista per il prossimo 14 maggio, quando il Gup Nunzio Sarpietro leggerà , nell'aula bunker di Bicocca a Catania, la sua decisione.
La Procura chiede il non luogo a procedere
Secondo la Procura l'ex ministro dell'Interno "non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali", le sue scelte sono state "condivise dal governo" e la sua posizione "non integra gli estremi del reato di sequestro di persona" perché "il fatto non sussiste", ha detto il Pm Andrea Bonomo che, a conclusione del suo intervento in aula davanti al Gup ha ribadito la richiesta di non luogo a procedere nei confronti di Salvini. La Procura di Catania nella richiesta di archiviazione aveva scritto che "l'attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della libertà", visto che le "limitazioni sono proseguite nell'hot spot di Pozzallo" e che "manca un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato". Inoltre, aveva osservato il pm, "le direttive politiche erano cambiate" e dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos e di "farlo in tempi brevi", giustificando "i tempi amministrativi" per attuare lo sbarco dei migranti "con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea". Inoltre sulla nave "sono stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità" e "lo sbarco immediato di malati e minorenni".
La difesa di Salvini
"Le bare che sfilano a Lampedusa noi le condanniamo. Le violenze subite dalle ragazzine noi le condanniamo. Migranti che urlano a bordo della nave agonizzanti come sacchi della spazzatura, non fanno parte di questo processo. Donne in gravidanza a cui viene negato lo sbarco, noi lo condanniamo, ma non fanno parte di questo processo. Non facciamo entrare in questo processo cose che non sono in questo processo", ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno. "Tonineli che non ricorda, ma ha l'ansia di dimostrare che lui partecipava al dibattito politico. La sua poltrona da ministro era vuota, ma lui partecipa e concretizza con i suoi atti. Non era seduto a sua insaputa su quella poltrona. Ogni suo atto esprimeva una linea politica", ha poi aggiunto il legale di Salvini.
"Durante una conferenza stampa sul caso Gregoretti - ha ricordato la penalista - a una domanda di un giornalista, l'allora premier Conte risponde 'prima si redistribuisce, poi si sbarca'". "E' chiaro - ha aggiunto - che c'era un indirizzo politico collettivo, e la prova è in un tavolo tecnico del 12/2/2019 che decide la procedura operativa in cui c'erano funzionari del Viminale, dei Trasporti e della Difesa che ritiene che 'inevitabilmente' gli sbarchi non sono di competenza unica del ministero dell'Interno perché prima dobbiamo avere certezze sulle ridistribuzioni. C'è un nuovo orientamento politico: consentire il Pos dove era possibile la redistribuzione in Europa. Lo sapevano tutti, anche se c'è stato chi qui ha detto 'ah non so…'. Enzo Moavero dà imput all'ambasciatore Massari di scrivere una nota all'Ue: 'o ci date una ridistribuzione dei migranti o non ci saranno sbarchi'. La redistribuzione è linea del governo". L'avvocato Buongiorno ha ricordato anche il successivo caso della Ocean Viking, con Salvini non più ministro, con i migranti che sono rimasti sulla nave per 10 giorni: ovvero, ha sostenuto, "la linea politica era la stessa, non era cambiata: prima la redistribuzione e poi gli sbarchi".
"Le parti civili hanno sostenuto l'esistenza di un obbligo di sbarco immediato, ma tutte le norme non prevedono tempistiche determinate, ma soltanto 'il tempo necessario' e 'immediatamente'. Until è stato tradotto come immediatamente, ma c'è stato un errore di traduzione non vuol dire 'obbligo immediato'. C'è l'obbligo di soccorso, ma per lo sbarco c'è la 'flessibilità', il 'tempo necessario' e la mail dell'ambasciatore Massari sul week-end si riferisce a questo, al 'caso per caso'. Qui non c'è nulla da criticare. Le convenzioni internazionali riconoscono la flessibilità", ha aggiunto l'avvocato.
Salvini: "Spero che il 14 maggio si chiuda qua"
"Torno tranquillo dai miei figli e spero che il 14 maggio si chiuda qua. Quando facevo il ministro, a differenza di altri che non ricordano, erano oneri e onori. Se vuoi fare una vita tranquilla fai altro. Se vuoi combattere la mafia, la camorra, la 'ndrangheta, gli spacciatori e gli scafisti sai che corri qualche rischio". Lo ha detto Matteo Salvini uscendo dall'aula bunker di Catania. "Oggi sentire dire la pubblica accusa - ha aggiunto - che ho rispettato le norme italiane e internazionali, ho salvato vite e fatto il mio mestiere e non commesso alcun reato mi ripaga di mesi e mesi di amarezze. E ribadisco: se gli italiani mi riattribuiranno responsabilità di governo in maniera diretta e competenze su materia di sicurezza e immigrazione rifarò esattamente quello che ho fatto: combattere gli scafisti e costringere l'Europa a dire che esistiamo".