Caso Gregoretti, Salvini in aula a Catania per una nuova udienza

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L’ex ministro dell’Interno è accusato di sequestro di persona per il ritardo dello sbarco di 131 migranti nel luglio del 2019 ad Augusta. La decisione sul rinvio a giudizio o sul non luogo a procedere sarà resa nota il 14 maggio prossimo. Davanti al gup questa mattina è stato convocato a deporre come testimone l'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell'Italia all'Unione Europea

Si è conclusa, nell'aula bunker del carcere di Bicocca a Catania, l'udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini (la quinta del procedimento), accusato di sequestro di persona per il ritardo dello sbarco da nave Gregoretti di 131 migranti nel luglio del 2019 ad Augusta, nel Siracusano (LE TAPPE). Davanti al gup, Nunzio Sarpietro, è stato chiamato a deporre come testimone l'ambasciatore Maurizio Massari, in qualità di rappresentante permanente dell'Italia all'Unione Europea, che dovrebbe riferire in merito agli accordi per la 'ridistribuzione' nei Paesi Europei dei migranti che sbarcavano in Italia. La decisone del giudice sul rinvio a giudizio o sul non luogo a procedere per il leader della Lega sarà resa nota il 14 maggio prossimo.

Salvini: "Non faccio pronostici, ritengo di aver fatto il mio dovere"

Salvini era presente in aula, assistito dal suo legale, l'avvocato Giulia Bongiorno. Così il leader della Lega a conclusione dell'udienza: "Ci rivedremo il 10 aprile e poi si chiude il 14 maggio. Non faccio pronostici, continuo a ritenere di aver fatto il mio dovere e di avere salvato vite. Non chiedo medaglie al petto, ma rispetto".

Le parti civili

Le parti civili nel procedimento sono AcccoglieRete, Legambiente ed Arci, rappresentate rispettivamente dagli avvocati Corrado Giuliano, Daniela Ciancimino e Antonio Feroleto, e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti, rappresentata dall'avvocato Massimo Ferrrante.

AccoglieRete aveva avanzato la richiesta di sentire come testimone nel procedimento l'ex presidente dell'Anm e componente del Csm, Luca Palamara, ma il gup ha rigettato l'istanza. Il penalista dell'associazione, nella richiesta depositata nei giorni scorsi, aveva sostenuto che sarebbe stato utile sentire Palamara, per "fare chiarezza" su "uno spazio grigio, una preoccupante zona d'ombra" in "ragione dell'importanza del presente giudizio" e "del clima nel quale si sono consumate le fasi del procedimento". "La 'singolarità della presente vicenda processuale' e il 'contrasto di giudizi tra Procura Distrettuale ed il Tribunale per i ministri' alle quali si riferiva - aveva motivato, tra l'altro, l'avvocato Giuliano nella richiesta al Gup Sarpietro - restano importanti interrogativi che meritano ogni più scrupolosa indagine, e sicuramente l'opportunità 'dell'assunzione testimoniale di soggetti qualificati e informati sui fatti di causa', come è stato curato con grande scrupolo ed attenzione sino ad oggi”. Il procedimento è stato aggiornato al 10 aprile prossimo per la discussione.

 

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