Il prossimo settembre saranno 17 anni dalla scomparsa della piccola, in questi anni sono emerse diverse piste investigative, ma per ora tutte si sono rivelate infondate
Il prossimo primo di settembre saranno 17 anni dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone, un caso che ancora oggi rimane irrisolto. In questi anni sono emerse diverse piste investigative, ma per ora tutte si sono rivelate infondate. (LA VICENDA DI OLESYA ROSTOVA – L'IPOTESI DEL RITROVAMENTO IN RUSSIA)
La scomparsa di Denise Pipitone
Tutto ha inizio il primo settembre 2004, alle 11.40, quando Denise, quasi 4 anni, scompare davanti a casa della nonna materna, Francesca Randazzo, a Mazara del Vallo, mentre gioca con i cuginetti. Il padre, Toni Pipitone, 40enne, fa il muratore; la madre, Piera Maggio, di 35 anni, è casalinga. La coppia ha un altro figlio di 11 anni, Kevin. Il 25 ottobre 2004 gli inquirenti hanno già tracciato diverse piste investigative, tutte puntualmente scartate: da quella dei nomadi, al traffico di organi umani, da quella della pedofilia, fino ai seguaci delle messe nere. L'unica ipotesi rimasta ancora in piedi sarebbe quella legata a un movente privato.
Le indagini sui familiari di Denise
Il 5 maggio 2005 Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, è indagata per concorso in sequestro di persona. Il movente “gelosia e astio”. Denise sarebbe figlia naturale di Pietro Pulizzi, nata da una relazione extraconiugale della madre Piera Maggio. Il 10 dicembre 2007 un pentito, Giuseppe D'Assoro, di 46 anni, confessa di aver tenuto il corpo della piccola in un congelatore e di averlo buttato in mare. L'uomo in carcere per omicidio sostiene di aver aiutato l'ex moglie a disfarsi del corpo della piccola. La donna che accusa è la zia della bambina Rosalba Pulizzi. Anche questa è una pista che poi risulterà falsa.
La speranza del ritrovamento in Grecia
L'11 settembre 2008 una bambina viene fermata sull'isola di Kos in Grecia con una rom di origine albanese. La bimba parla molto bene l'italiano, vengono svolte alcune indagini ma il Dna non è quello della piccola Denise.
L'inchiesta sulla sorellastra: assolta
Il 15 maggio 2009 la Procura di Marsala indaga per concorso in sequestro di persona la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi che il 18 gennaio 2010 viene rinviata a giudizio dal Gup per sequestro di persona. L'accusa si basa su una intercettazione ambientale. Negli uffici della polizia, dove attende di essere sentita, la giovane confida alla madre: ''Io a casa c'a purtai'' (a casa gliela portai). Il 27 giugno 2013 Jessica, a 26 anni, viene assolta dal Tribunale di Marsala, la richiesta di condanna dei pm era di 15 anni di reclusione. Il 2 ottobre 2015 Jessica Pulizzi viene assolta anche dalla Corte d'Appello di Palermo e il 5 settembre si pronuncia anche la Cassazione per la quale si sarebbe solo qualche indizio ma nessuna prova del coinvolgimento nel sequestro.
Si indaga per omicidio
Il 6 dicembre 2014 la Procura di Marsala apre un'inchiesta per omicidio contro ignoti. La svolta arriva all'indomani della deposizione in aula di uno dei periti incaricati di trascrivere il contenuto delle intercettazioni ambientali. L'11 ottobre 2004, parlando con la sorella minore Alice in casa della madre Anna Corona, Jessica bisbiglierebbe: "Eramu n'casa a mamma l'ha uccisa a Denise" (Eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise), intimando ad Alice di mantenere segreta la notizia.
Riaperto il caso sulla scomparsa di Denise
L'11 ottobre 2017 la Procura di Marsala riapre il caso e dispone che tutte le impronte rilevate in vari luoghi e su diverse auto siano sottoposte a un esame per la ricerca del Dna.
L'ipotesi del ritrovamento in Russia
Il 31 marzo 2021 la trasmissione 'Chi l'ha visto?' mostra l'appello di una ragazza, Olesya Rostova, fatto alla televisione russa per cercare la madre. Racconta di essere stata rapita quando era piccola, di avere avuto 5 anni quando è stata ritrovata, tolta a una nomade e collocata in un orfanotrofio. La giovane vive a Mosca ed ha la stessa età di Denise e somiglia molto alla mamma Piera Maggio. Ora si attende il test del Dna.