Così Bruno Zava, biologo: "Qualcuno ha pensato a colpi di un'elica, ma i tagli non sono compatibili. Sembrano più ferite provocate da colpi inferti all'animale che cercava di fuggire"
"Catturata in mare e probabilmente portata nel porticciolo della Cala dai pescatori". Questo è quanto racconta Bruno Zava biologo che parteciperà all'autopsia sulla manta da 450 chili trovata il 23 dicembre nel porticciolo di Palermo della Cala. (IL RITROVAMENTO)
Le dichiarazioni
"Ho visto che ci sono dei tagli in testa. Questi potrebbero essere dei colpi ricevuti quando è stata catturata - aggiunge Zava - Qualcuno ha pensato a colpi di un'elica, ma i tagli non sono compatibili. Sembrano più ferite provocate da colpi inferti all'animale che cercava di fuggire. Qualche pescatore l'ha presa al largo con una rete e portata fino alla Cala. Poi non riuscendo a portarla sulla banchina sono stati chiamati i vigili del fuoco. Potrà essere più preciso dopo l'autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni".