La zona del ritrovamento è a 200 metri dall'autostrada Messina-Palermo. I resti ossei, straziati da animali selvatici, e alcuni indumenti sarebbero riconducibili al bambino scomparso il 3 agosto mentre era insieme alla madre
Una segnalazione da parte di un volontario, un carabiniere in congedo che ha partecipato alle ricerche del piccolo Gioele di 4 anni scomparso il 3 agosto scorso mentre era insieme alla madre Viviana Parisi, poi trovata morta nelle campagne di Caronia (LE TAPPE), ha fatto partire un sopralluogo a circa 200 metri dall'autostrada Messina-Palermo, dove la mamma e il figlioletto sono stati visti per l'ultima da un testimone, dopo un lieve incidente. Le squadre che partecipano alle operazioni si sono dirette in una zona coperta da rovi e arbusti, insieme al Procuratore di Patti Angelo Cavallo che coordina le indagini. Le tracce individuate sarebbero proprio del piccolo. "Abbiamo trovato dei resti umani che sono compatibili con quelli di un bambino dell'età di Gioele", ha affermato Cavallo. Sul posto (oltre a due medici legali, la polizia scientifica, la protezione civile e i vigili del fuoco) si sono recati anche i familiari del piccolo: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno paterno Letterio. A loro sono stati mostrati gli indumenti strappati - tra cui una magliettina - che potrebbero costituire la conferma del tragico ritrovamento. La zona è stata inibita all'ingresso dei giornalisti e della folla di volontari e curiosi.
Il procuratore: "Resti compatibili con l'età di Gioele"
"I resti sono compatibili con un bambino di 3 o 4 anni - ha puntualizzato il magistrato -, ovviamente ancora non possiamo dare certezze scientifiche, vanno fatti tutti gli accertamenti medico legali". Il procuratore ha aggiunto che sono stati ritrovati anche i frammenti di alcuni indumenti che adesso saranno mostrati al padre e ai familiari del bimbo per una conferma che si tratti di quelli che Gioele indossava al momento della scomparsa. "In questo momento - ha aggiunto Cavallo - ci dobbiamo stringere attorno a questa famiglia e a questo bambino. Abbiamo sempre pensato che si trovasse in questo posto e i fatti ci hanno dato ragione. Ringrazio tutte le persone che a qualsiasi titolo hanno contribuito alle ricerche. Ora dobbiamo lavorare come abbiamo fatto finora e andare a fondo a questa storia triste".
Necessario esame Dna per conferma resti ossei
Sarà necessario l'esame del Dna per avere la conferma definitiva che i resti ossei ritrovati appartengano al piccolo Gioele. I resti sarebbero stati straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all'interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa 700 metri di distanza dal traliccio ai piedi del quale è stato scoperto il cadavere della donna. I familiari del bimbo non sono stati fatti avvicinare al punto esatto dove è ancora in corso il sopralluogo.
"Abbiamo trovato i resti dove altri non hanno cercato"
"Sono arrivato sul posto alle 5 del mattino. Abbiamo trovato i resti dove gli altri non avevano cercato". Così Giuseppe Di Bello, carabiniere in pensione, ha commentato il ritrovamento di quelli che potrebbero essere i resti di Gioele. Di Bello, che ha partecipato alle ricerche del piccolo da volontario, si è fatto largo tra i cespugli fitti con una falce. "La scoperta è avvenuta intorno alle 10.20 - aggiunge - E ho subito dato l'allarme". Del piccolo sarebbero stati trovati il tronco, gli arti e brandelli di vestiti. I resti erano a 200 metri dalla piazzola in cui la Parisi aveva abbandonato la macchina dopo aver subito un incidente e a 700 metri dal traliccio sotto al quale è stato trovato il cadavere della donna.
Il procuratore: "Molte ipotesi in piedi, altre scartate"
"Ci siamo fatti delle ipotesi su quanto sia successo, se ne sono rafforzate alcune ne abbiamo scartate delle altre", ha spiegato Cavallo. "Perdono quota - prosegue Cavallo - piste riconducibili ad ambiti familiari. Ma lasciateci lavorare e fare tutti i ragionamenti del caso. Molte ipotesi restano ancora in piedi, dobbiamo lavorare e riflettere. L'autopsia verrà effettuata a breve" . Poi ha aggiunto: "In questo momento non interessa chi lo abbia trovato. L'importante è averlo trovato. Ma appureremo anche questo. Noi abbiamo sempre detto che dovevamo insistere in queste ricerche in questo posto e che più avevamo persone disponibili più probabilità c'erano di trovarlo. Avete sentito le motoseghe utilizzate per disboscare la vegetazione, lo stato dei luoghi è difficile. Che lo abbia trovato un volontario o altri non interessa in questo momento".
Bara trasportata sul luogo del ritrovamento, padre in lacrime
Una bara è stata trasportata sul luogo del ritrovamento. Il corpo sarebbe stato mutilato e straziato dagli animali selvatici. I resti ossei - una parte del tronco e della testa e alcuni arti - sono stati adagiati sulla bara e saranno trasportati all'istituto di medicina legale per l'autopsia e per l'esame del Dna che servirà a fugare ogni dubbio sull'identificazione della vittima. Daniele Mondello, il padre del piccolo Gioele, ha pianto di fronte alla bara. Il feretro è stato composto al termine del sopralluogo compiuto dai medici legali e dalla scientifica, alla presenza del procuratore di Patti. Alla scena straziante hanno assistito i familiari che hanno cercato inutilmente di consolarlo.
Ritrovato un pezzo di seggiolino
Nei pressi del traliccio dell'alta tensione sotto cui l'8 agosto è stato rinvenuto il corpo di Viviana Parisi, è stato trovato un pezzo di seggiolino per bambini: si tratta dell'aggancio che lo assicura al sedile dell'auto. A fare il ritrovamento un inviato della trasmissione di Rai 3 Chi l'ha visto. Non è ancora stato accertato se il pezzo appartenga al seggiolino dell'auto della donna. L'oggetto è stato consegnato ai carabinieri.
Il padre: "Viviana non avrebbe mai ucciso Gioele"
"Viviana non avrebbe mai ucciso Gioele. Inoltre non aveva paura dei cani". Lo ha detto stamattina Daniele Mondello, il padre del bimbo, che ha voluto in questo modo escludere una delle ipotesi sulle quali stanno lavorando gli inquirenti, cioè quella di un omicidio-suicidio da parte della madre del piccolo, facendo riferimento anche a una eventuale aggressione da parte di alcuni cani feroci.
Le condizioni di salute psichica della donna
Un certificato medico del 17 marzo scorso, rilasciato dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato ritrovato nel cruscotto dell’Opel Corsa che la donna ha abbandonato prima di scomparire il 3 agosto. Il documento, riferisce Claudio Mondello, legale della famiglia e cugino del marito della donna, attesterebbe che "Viviana soffriva di paranoia e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi mistica". Il certificato è stato trovato dalla Scientifica e sequestrato. Lo riporta il Corriere della Sera.
L'appello del padre di Gioele prima del ritrovamento
"Dobbiamo trovarlo", aveva affermato stamattina Daniele Mondello mentre con altri tre amici era in cerca del bimbo tra le campagne di Caronia. Un altro centinaio di volontari si era riunito stamane al 'campo base' di Caronia per collaborare alle ricerche, raccogliendo l'appello lanciato ieri dal padre del bimbo. Da quando è scomparso Gioele, ogni giorno gruppi di parenti e amici della famiglia sono venuti in modo autonomo a cercare il piccolo. "Siamo venuti perché siamo padri di famiglia e siamo sensibili a questo caso", hanno spiegato alcuni volontari che hanno raccolto l'appello.