Migranti, ancora sbarchi a Lampedusa: arrivate altre 143 persone

Sicilia

Nelle ultime 48 ore sono 791 i migranti che hanno raggiunto l’isola. La Prefettura di Agrigento ha predisposto una corsa speciale del traghetto di linea per Porto Empedocle per trasferire 250 ospiti e alleggerire la pressione sull’hotspot di contrada Imbriacola, ormai al collasso. Sopralluogo del governatore Musumeci: “Chiesto a Roma lo stato di emergenza”

Negli ultimi due giorni, sono 791 le persone sbarcate a Lampedusa, dove la situazione si sta facendo sempre più critica. Dopo gli oltre 600 arrivi di ieri, quest’oggi altre due "carrette" e un barchino con a bordo 143 migranti, per lo più di nazionalità tunisina, sono sono stati agganciati nelle acque antistanti l'isola dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Per alleggerire la pressione sull’hotspot di contrada Imbriacola ormai al collasso, la prefettura di Agrigento ha predisposto una corsa speciale del traghetto di linea per Porto Empedocle, che trasferirà circa 250 persone. A tutti i migranti in partenza sono stati già fatti i test sierologici anti-Covid e i primi 100 risultati arrivati sono negativi. Presso la struttura di accoglienza dell’isola, la cui capienza massima è di 95 persone, resteranno così circa 300 ospiti. (LO SPECIALE MIGRANTI)

Musumeci: “Chiesto a Roma lo stato di emergenza”

Questa mattina a Lampedusa era presente il governatore di Regione Siciliana, Nello Musumeci, che insieme all’assessore alla Salute Ruggero Razza ha effettuato un sopralluogo presso l’hotspot e il Poliambulatorio dell’isola, per un esame del progetto che prevede la sua trasformazione in un vero e proprio ospedale al servizio dell'isola. Durante la visita (VIDEO), Musumeci ha reso noto che la Regione e il consiglio comunale di Lampedusa hanno chiesta a Roma la proclamazione dello stato di emergenza. "Decine di sbarchi in poche ore con l'arrivo di centinaia di migranti, una condizione assolutamente insostenibile qui nell'isola delle Pelagie”, ha dichiarato il presidente. "Ci sono problemi sanitari - ha proseguito - problemi sociali ed economici. Abbiamo bisogno di risposte immediate: Lampedusa non può diventare una terra di frontiera”.

“Europa farebbe bene a svegliarsi”

Il governo regionale, nel frattempo, ha già inviato il materiale necessario per effettuare i tamponi sugli ospiti dell'hotspot, tutti in quarantena. Entro lunedì, invece, saranno inviate anche le attrezzature per effettuare test sierologici veloci. La Regione ha provveduto così a reperire in tempi rapidi il materiale sanitario, come avvenuto anche per la nave quarantena Moby Zazà, sostituendosi all'Usmaf, l'Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera che avrebbe dovuto garantire la fornitura dei test.

"Finora è stata la Regione sostanzialmente a intervenire per colmare le lacune dello Stato - ha sottolineato Musumeci -. Ma riteniamo che il fenomeno degli sbarchi debba essere al centro dell'attenzione del governo nazionale”.

"L'Europa, la cinica Europa farebbe bene a svegliarsi e uscire dal ruolo dell'ipocrisia, che recita ormai da tanto, troppo tempo", ha poi aggiunto. "Questo fenomeno degli sbarchi che assume dimensioni assolutamente disarmanti non può essere scaricato nella fase gestionale sui sindaci, sui prefetti o sulla Regione siciliana. Lo Stato e l'Europa facciano sentire la loro presenza", ha concluso Musumeci.

Sindaco Martello: “Conte venga qui”

Dal canto suo, invece, il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ha nuovamente invitato il presidente del Consiglio a recarsi sull’isola. ”Il governatore Nello Musumeci è qui a prendere coscienza di quello che sta accadendo, mentre è da tempo che invito il presidente del consiglio Giuseppe Conte a venire a Lampedusa per controllare lo stato di emergenza ricevendo come unica risposta un silenzio assordante - ha detto -. Per questo chiedo ufficialmente che il premier venga con Musumeci o ci convochi a Roma per esaminare lo stato di calamità".

In una foto fornita dall' ufficio stampa di  Sos Mediterraneè, il team medico italiano costituito da un dottore ed un mediatore culturale, salito a bordo sulla Ocean Viking, 4 luglio 2020. La nave si trova in acque internazionali con 180 migranti soccorsi e da giorni chiede di poter sbarcare. La nave ha dichiarato lo stato di emergenza a causa delle precarie condizioni delle persone salvate. Ansa/Flavio Gasperini ufficio stampa Sos Mediterraneè

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