Lo ha reso noto il procuratore di Siracusa, spiegando che il 42enne guardiano del fondo - fermato ieri sera - ha ammesso di aver sparato a Massimo Casella, 47 anni, ad Agatino Saraniti, di 19 anni, e a un terzo uomo, di 36 anni, ricoverato ora in gravi condizioni
Ha confessato e ha fornito la propria versione dei fatti G.S., il 42enne fermato ieri sera in seguito al duplice omicidio avvenuto domenica notte in un agrumeto di contrada Xirumi, nel territorio di Lentini, nel Catanese. Lo ha reso noto il procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, spiegando che il guardiano del fondo ha ammesso di aver sparato a Massimo Casella, 47 anni, a Agatino Saraniti, di 19 anni, e a un terzo uomo, di 36 anni, ricoverato ora in gravi condizioni all’ospedale di Catania. Il fermo dell’uomo è stato eseguito dalla squadra mobile di Catania: è accusato di duplice omicidio e tentativo di omicidio. Ora si trova in carcere nel capoluogo etneo.
La ricostruzione
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Andrea Palmieri, le due vittime e il 36enne ferito si sarebbero recati nelle campagne al confine tra le province di Siracusa e del capoluogo etneo per rubare arance, come lascia ipotizzare anche il ritrovamento di un furgone carico di agrumi. I tre sarebbero, però, stati sorpresi dal guardiano del fondo che, dopo un alterco, avrebbe esploso diversi colpi con un fucile da caccia che è stato sequestrato.
Il ritrovamento dei corpi
Dopo essere stato colpito, il 36enne è riuscito a contattare i familiari che lo hanno portato in ospedale, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico all’addome e a un polso. I corpi senza vita di Casella e Saraniti sono invece stati ritrovati a circa cento metri di distanza l’uno dall’altro da alcuni loro parenti, che li stavano cercando perché la notte scorsa non avevano fatto rientro a casa.
Il commento di Confagricoltura e Coldiretti Sicilia
"La tragica morte di due persone e il grave ferimento di una terza sono fatti terribili e ingiustificabili e testimoniano il livello di allarme, esasperazione e paura che si vive nelle campagne della Piana di Catania a causa dell’insicurezza”, ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Catania, Giovanni Selvaggi, esprimendo "cordoglio e sconcerto per il grave fatto di sangue accaduto ieri. Adesso - ha aggiunto - è il momento del dolore e della riflessione ma subito dopo sarà necessario mettere in campo misure di contrasto alla criminalità che da anni malversa gli imprenditori agricoli”.
Al cordoglio per quanto accaduto si è unita anche la Coldiretti Sicilia, che tuttavia ha sottolineato come "la recrudescenza di furti di arance, di ortaggi, di mezzi, sia una piaga sociale che, sulla base del rapporto sulla criminalità in agricoltura, a livello nazionale determina un bottino di circa 300 milioni di euro all'anno che finisce sul mercato nero ed alimenta i canali dell'abusivismo e dell’illegalità".