Carpentiere ucciso in strada a Palermo, convalidato il fermo dello zio
SiciliaG.L., 61 anni, accusato di aver ucciso con un colpo di pistola il nipote Francesco Paolo Lombardino, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip, che si è riservato di decidere sulla misura cautelare
È stato convalidato dal gip il provvedimento di fermo emesso dalla procura di Palermo nei confronti di G.L, 61 anni, accusato di avere ucciso con un colpo di arma da fuoco, nella notte tra il 26 e il 27 dicembre nel quartiere Cep, il nipote Francesco Paolo Lombardino, di 47 anni. Il 61enne, difeso dall'avvocato Salvatore Ruta, si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il giudice si è riservato di decidere sulla misura cautelare.
La vicenda
Secondo una prima ricostruzione della polizia, lo zio avrebbe colpito per errore il nipote nel tentativo di sparare a una terza persona, C.T., col quale era in corso una lite per questioni di droga. Il giorno precedente al delitto, infatti, G.L. avrebbe ferito con due coltellate alla schiena C.T., il quale, la notte seguente, sarebbe tornato sotto casa del suo aggressore, urlando e lanciando delle bottiglie. Zio e nipote, armati di pistola e coltello, sarebbero quindi scesi in strada per dare la caccia all'uomo. Una volta individuato, sarebbero quindi stati esplosi alcuni colpi di pistola, uno dei quali ha raggiunto il 47enne, colpito all’inguine e morto per dissanguamento.
I depistaggi
Gli inquirenti avevano avviato subito le indagini, ma si sono trovati di fronte a false informazioni e dichiarazioni reticenti da parte dei parenti della vittima, che avevano creato attorno allo zio una cortina di protezione per evitare che i poliziotti scoprissero l'autore dello sparo. A questo scopo, invece di fare intervenire i soccorsi, hanno deciso di portare il ferito direttamente in ospedale con l'auto della sorella. Una decisione che è costata la vita al 47enne: l’autopsia ha infatti dimostrato che l’uomo avrebbe potuto essere salvato con il tempestivo intervento dei soccorsi.