"Non c'ero in quei giorni, ero assente per gravi problemi di salute”, ha dichiarato Elisabetta Palmieri, secondo cui quanto accaduto ha “ferito e turbato tutti”
"Non c'ero in quei giorni, ero assente per gravi problemi di salute”. La direttrice del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Elisabetta Palmieri, ha replicato così alle accuse di un detenuto, il quale aveva affermato che il 6 aprile 2020, giorno in cui all’interno del penitenziario si consumarono pestaggi e violenze ai danni dei detenuti, “erano tutti con i manganelli, anche la direttrice”. Palmieri ha definito poi “agghiaccianti” le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza (IL VIDEO - LA TESTIMONIANZA). “Penso abbiano ferito e turbato tutti”, ha aggiunto. Nell'ambito dell'inchiesta relativa alle violenze sono stati sospesi 52 agenti della polizia penitenziaria a cui poi si sono aggiunte altre 25 sospensioni tra agenti e dirigenti, compresi i due vicedirettori e un vicecomandante dello stesso istituto.
“Immagini non giustificate”
Secondo la direttrice, le motivazioni di quanto accaduto “possono essere tante; c'era stata comunque una protesta molto, molto forte, il giorno prima da parte dei detenuti alla notizia del primo caso Covid. Si erano impossessati di alcune sezioni e anche barricati all'interno. Ma non si può rispondere con la violenza. Non sono giustificate quelle immagini e sono agghiaccianti”. Palmieri ha anche riferito di non aver mai visto prima i filmati delle videocamere, mentre, in merito alle telecamere spente in alcune zone del carcere ha spiegato che potrebbe essersi trattato di un guasto. "Probabilmente erano rotte", ha detto.
Il gip: "Medico negato ai detenuti con pervicace volontà"
Intanto nell'ordinanza di custodia cautelare del gip di Santa Maria Capua Vetere Sergio Enea emergono ulteriori dettagli sulle ore successive alla "orribile mattanza" di quel giorno, tra cui "la pervicace volontà" di negare ai detenuti ogni forma di assistenza medica. Una decisione che sarebbe stata presa dai dirigenti della Polizia Penitenziaria per impedire che si notassero le lesioni inflitte a colpi di bastone, manganello e caschi. Ancora una volta sono determinanti i messaggi in chat trovati sui cellulari sequestrati, in particolare a due indagati: un commissario capo, una donna, e un assistente capo coordinatore. "Ho dovuto bloccare i colleghi... li stavano facendo scendere a mia insaputa dal medico... dobbiamo ancora temporeggiare qualche giorno così, non avranno più segni...", si legge nelle chat. Dai verbali, anche quelli sequestrati e agli atti, poi verrà fuori che il motivo dei mancati trasferimenti nelle infermerie per le visite mediche erano stati giustificati dalla sussistenza di motivi di sicurezza.
approfondimento
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Il sottosegretario Sisto: "Ministero determinato a fare chiarezza"
"Il Ministero della Giustizia è determinato a fare chiarezza, con un approfondimento a 360 gradi, sia sulla filiera di comando sia sui fatti accaduti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. È in corso, altresì, una ampia ricognizione per verificare se vi siano stati altri luoghi penitenziari in cui non siano stati rispettati i diritti costituzionalmente tutelati. Questo proprio per la grande fiducia e il rispetto che il Ministero nutre verso la stragrande maggioranza dei 37mila agenti della PolPen che ogni giorno svolgono, con coraggio e abnegazione, il difficilissimo compito di gestire la fase esecutiva della pena". Così a Omnibus, su La7, il Sottosegretario alla Giustizia con delega alle politiche carcerarie Francesco Paolo Sisto, che ha spiegato: "Sono già stati assunti provvedimenti di sospensione nei confronti dei dipendenti attinti da misure e, con ogni probabilità, non resteranno limitati a questi soggetti. Non è possibile, in ogni caso, anticipare l'esito di approfondimenti appena avviati. Se l'inchiesta ministeriale, parallela ma non sovrapponibile a quella della Magistratura, porterà dei risultati significativi, se ne terrà debitamente conto per assumere le iniziative necessarie e più opportune".
Firmata ispezione, partirà a breve
Dopo il via libera dell'autorità giudiziaria è arrivata anche la firma all'ispezione nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che partirà nei prossimi giorni. A capo della commissione ispettiva, è stato indicato il direttore generale detenuti e trattamento, Gianfranco De Gesu. Un fatto eccezionale perché solitamente la commissione ispettiva è composta da personale territoriale e un segnale della volontà del Dap di seguire in via diretta a livello centrale le attività ispettive. Il direttore generale riferisce infatti solo ai vertici del Dap.
Bonafede: "Da ministro agii subito, ricostruzioni false"
"Sui giornali di oggi si leggono alcuni titoli e ricostruzioni totalmente falsi sui gravissimi fatti di Santa Maria Capua Vetere, con particolare riferimento all'attività svolta al tempo da me e dal ministero della Giustizia. Preciso, come è già evidente e documentalmente provato, che il ministero si è mosso immediatamente nel pieno rispetto delle prerogative e dell'indipendenza dell'autorità giudiziaria che ha portato avanti le indagini per accertare i fatti. Ogni altra speculazione è totalmente infondata e per tale ragione adirò le opportune vie legali contro ogni falsità e strumentalizzazione nei miei confronti". Così Alfonso Bonafede, ex ministro della Giustizia e deputato del Movimento 5 stelle.
Osapp: "Minacce ad agenti, intervenire"
Intanto, secondo il sindacato Osapp, "il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nelle varie sedi del territorio nazionale sarebbe fatto segno di insulti e minacce e pesanti affermazioni", non dentro i penitenziari ma all'esterno, all'uscita per la fine del servizio o nei pressi delle loro abitazioni, o mentre sono impegnati nel servizio delle traduzioni. Il sindacato in una lettera al Dap e alla ministra Cartabia sollecita iniziative, a partire da "specifici allertamenti anche rivolti all'adozione di ogni necessaria precauzione da parte del Personale" e un "monitoraggio su quanto accade all'esterno delle sedi penitenziarie in danno o in pericolo del Personale del Corpo".
De Luca: "Immagini barbare, pugno allo stomaco"
"In questi giorni stiamo vedendo le immagini francamente barbare, un pugno nello stomaco che ci arrivano da un carcere della nostra Regione. Nessuna generalizzazione, rispetto per le forze di polizia ma sono immagini quelle intollerabili in un Paese civile", ha detto il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. "Sono immagini - ha aggiunto - di bestialità umana, che fanno tornare a galla la componente di animalità che è dentro di noi e si scatena quando abbiamo il dominio totale su un altro essere umano".
Garanti dei detenuti: "Turbati e preoccupati"
Anche la Conferenza dei garanti territoriali dei detenuti ha espresso "profondo turbamento e grande preoccupazione" per le violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Durante la riunione di oggi, i garanti hanno espresso "apprezzamento" per le parole della ministra della Giustizia, Marta Cartabia che, secondo il portavoce della Conferenza, Stefano Anastasìa, "ha trovato il tono giusto e ha dato la risposta che la società civile e migliaia di operatori e poliziotti penitenziari aspettavano: quello che si è consumato nel carcere casertano è stato un tradimento della Costituzione e dell'alta funzione assegnata alla Polizia penitenziaria". La Conferenza, si legge in una nota, chiederà un incontro con il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) e con la Conferenza delle Regioni. "Su tutto i nodi relativi alla ripartenza delle attività, dei colloqui in presenza, degli accessi degli esterni, in vista del completamento della campagna vaccinale".