Maradona, fisco: per la Cassazione sì al condono

Campania

Con questa decisione si potrà chiudere la gran parte del contenzioso fiscale del campione argentino morto il 25 novembre 2020, dal valore stimato di circa 40 milioni di euro

La Cassazione, con un verdetto pubblicato oggi e discusso in udienza a porte chiuse lo scorso 20 ottobre, ha stabilito che Diego Armando Maradona (I MOMENTI MEMORABILI AL NAPOLI - LE PARTITE INDIMENTICABILI - IL TRIBUTO DI BUENOS AIRES), morto il 25 novembre 2020, ha diritto al condono concesso al Napoli Calcio e convalidato dalla Commissione tributaria centrale di Napoli nel 2013.

Il contenzioso fiscale

Con questa decisione si potrà chiudere la gran parte del contenzioso fiscale di Maradona, dal valore stimato di circa 40 milioni di euro. Ora la Commissione regionale della Campania dovrà valutare, nell'interesse degli eredi, se ci sono pendenze non condonabili.

Il legale: "Cassazione sancisce che non era un evasore"

"Diego Maradona non era debitore del Fisco italiano: dopo 30 anni, e dopo la sua morte, ha ottenuto giustizia con una sentenza della Corte di Cassazione". A sottolinearlo è l'avvocato Angelo Pisani, legale del 'pibe de oro'. "La Corte di Cassazione ha dichiarato che Diego Armando Maradona non era debitore del Fisco italiano, - spiega Angelo Pisani - avendo, tra l'altro, diritto all'estensione del condono effettuato dal Calcio Napoli nelle more di un'altra impugnazione del fisco di una sentenza favorevole alla società azzurra , come sostituto d'imposta, una ventina di anni fa". Quella della Cassazione, spiega il legale, "è una sentenza che, finalmente, restituisce onore e dignità a Diego, il quale mai più potrà essere etichettato come evasore fiscale. Sicuramente se la starà ridendo lassù, perché ancora una volta ha combattuto e vinto per la verità. Dispiace solo che in tutti questi anni - conclude l'avvocato - gli Uffici dell'Amministrazione finanziaria non abbiano mai voluto ascoltare le ragioni dei difensori di Maradona, gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, e l'avvocato Angelo Scala, negando ogni istanza in autotutela per una vittima innocente, perseguitata e strumentalizzata, ostinandosi in un atteggiamento incomprensibile".

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