Napoli, corteo degli operai Whirlpool: “No a reindustrializzazione”

Campania
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"Se non abbiamo accettato il 'pacco' dell'azienda, non accetteremo quello del Governo”, spiegano gli operai, che dopo aver lasciato lo stabilimento si sono diretti in via Argine con il loro striscione "Whirlpool Napoli”, diverse bandiere e le t-shirt “Whirlpool Napoli non molla”

Gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli sono scesi di nuovo in strada, quest'oggi, dopo le recenti evoluzioni della vertenza che va avanti da oltre un anno, con la società che ha confermato la volontà di interrompere la produzione il 31 ottobre prossimo. I lavoratori hanno lasciato la fabbrica per dirigersi in via Argine, con il loro striscione "Whirlpool Napoli”, diverse bandiere e le t-shirt “Whirlpool Napoli non molla”, ormai diventate simbolo della protesta. "Se non abbiamo accettato il 'pacco' di Whirlpool non accetteremo quello del Governo. Nessuna reindustrializzazione, ma conferma dell’accordo”, dicono i manifestanti. 

Prima del corteo, gli operai si erano riuniti in assemblea presso lo stabilimento insieme ai sindacati per rilanciare la vertenza e programmare gli scioperi in programma per il 17 e il 20 luglio. 

I sindacati: “Irricevibile proposta spezzatino"

Alla protesta odierna hanno preso parte anche i segretari di Fiom-Cgil, Uilm e Fim Cisl di Napoli e della Campania, secondo cui è “irricevibile” qualsiasi proposta diversa da un "Piano A: continuare a produrre lavatrice a Napoli".

”Diciamo in maniera chiara che non siamo disponibili a ragionare su altri spezzini, soprattutto dopo il rifiuto dell'azienda di rispettare un patto”, evidenzia Antonio Accurso, segretario generale Uilm Campania, a cui fa eco Biagio Trapani, segretario generale di Napoli FIm-Cisl: “Ad oggi non c'è alcuna risposta alla domanda sul perché quell'accordo dell'ottobre 2018 non possa essere rispettato. I lavoratori della Whirlpool - aggiunge - devono avere quanto spetta loro che è contenuto in quell’accordo”.

Il patto sottoscritto dalla multinazionale americana con il Ministero dello Sviluppo economico prevedeva investimenti per 17 milioni di euro per il rilancio del sito produttivo di Napoli est. Un accordo che l'azienda non ha intenzione di rispettare.

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