Il camorrista è latitante dal dicembre 2004, ed è figlio del fondatore dell'omonimo clan di Secondigliano. L'arresto è avvenuto grazie a un'operazione congiunta di carabinieri e polizia, al termine di indagini durate anni. Di Lauro non ha opposto resistenza
È stato catturato il superlatitante di camorra Marco Di Lauro, nel corso di un'operazione congiunta di polizia e carabinieri. Di Lauro si nascondeva in un appartamento di via Emilio Scaglione, nel quartiere di Chiaiano, alla periferia nord di Napoli.
Chi è Marco Di Lauro
Classe 1980, Di Lauro è latitante dal 2004. Quarto figlio di Paolo di Lauro, soprannominato 'Ciruzzo o' milionario' per la sua disponibilità economica, fondatore della famiglia camorristica napoletana di Secondigliano, dopo un maxiblitz che passò alla storia come la 'notte delle manette' e a cui riuscì a scampare, era tra i quattro superlatitanti di massima pericolosità inseriti in una lista redatta dal Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti (GIIRL) più pericolosi d'Italia, parte della Direzione Centrale della Polizia Criminale. La lista è disponibile nel sito del Ministero dell'Interno, e conta ancora i tre superlatitanti Matteo Messina Denaro (Cosa Nostra), Giovanni Motisi (Cosa Nostra) e Attilio Cubeddu, della'Anonima Sequestri.
Il clan Di Lauro
Il clan Di Lauro è stato protagonista tra il 2003 ed il 2005 di una delle più sanguinarie faide di camorra, nei quartieri dell'area nord occidentale di Napoli, quelli di Secondigliano e Scampia, e alcuni Comuni della zona a nord. A scatenare la faida, che vedeva contrapposti i fedelissimi del clan e alcuni ex appartenenti che decisero di mettersi in proprio - da qui il nome di "girati" o di scissionisti - fu il controllo del traffico degli stupefacenti nella zona di Scampia e di Secondigliano.
Il blitz: Di Lauro stava mangiando
Nell'operazione sono stati impiegati oltre 150 uomini delle forze dell'ordine. La zona dove si trova alloggio dove è stato trovato Di Lauro era da tempo sotto la stretta osservazione delle forze dell'ordine. Gli investigatori sapevano che il rampollo del potente clan del quartiere Secondigliano non poteva trovarsi lontano: via Scaglione, la lunga strada che conduce verso la cintura a nord di Napoli, si trova infatti a pochi chilometri dal quello che era il quartiere generale del clan. Oggi, avuta la certezza che l'uomo era in casa, polizia e carabinieri sono entrati in azione, concludendo il blitz in pochissimo tempo. Al momento dell'irruzione Di Lauro stava consumando un piatto di pasta e dei pistacchi. Si trovava con la sua compagna. Nell'abitazione, modesta, c'erano anche due gatti. Al vaglio degli inquirenti ora c'è anche della documentazione. Bisognerà accertare come Di Lauro abbia preso possesso dell'abitazione.
L'arrivo in questura
Di Lauro è arrivato in questura a bordo di un'auto civetta della polizia di Stato, mentre dall'alto un elicottero sorvegliava la zona (LE FOTO). "Bravi, bravi" è l'incitamento che si è levato dai presenti, un centinaio di persone, mentre alcuni degli agenti, che avevano partecipato all'operazione, si sono abbracciati, manifestando soddisfazione per il lavoro svolto. In strada al momento sono presenti anche il questore di Napoli Antonio De Iesu e il comandante provinciale dei carabinieri Ubaldo Del Monaco.
La soddisfazione delle forze dell'ordine
"Marco Di Lauro non era armato e non ha opposto resistenza", ha detto De Iesu, sceso dai suoi uffici per accogliere i suoi uomini che, insieme all'Arma dei Carabinieri, hanno condotto l'operazione nel pomeriggio di oggi, sabato 2 marzo. "Su questa indagine sono anni che la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri si stanno spendendo". Soddisfatto anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, il colonnello Ubaldo Del Monaco, che ha precisato che l'azione si è svolta sotto il coordinamento della Dda di Napoli, guidata dal Procuratore Giovanni Melillo. "Siamo contenti", ha aggiunto Del Monaco. "Il procuratore Melillo ha sempre seguito in prima persona queste indagini", ha aggiunto De Iesu.
Il collegamento con il femminicidio di Melito di Napoli
"Nel primo pomeriggio c'è stata una fibrillazione dell'attività investigativa che ci ha consentito di fare degli intrecci per arrivare all'abitazione" dove si nascondeva Di Lauro, dice ancora De Iesu. Poche ore prima in questura si era costituito Salvatore Tamburrino, 40 anni, originario del quartiere di Secondigliano, dopo aver ucciso la moglie in un appartamento di Melito di Napoli. Tamburrino, ex sorvegliato speciale, è stato in passato ritenuto vicino al clan. Alla domanda di un giornalista se vi possa essere un collegamento tra i due episodi, il Questore ha ribadito: "C'è stata una inusuale fibrillazione sulle attività tecniche. Vi posso dire solo questo".
Salvini: "Nessuna tregua ai criminali"
A rendere noto l'arresto è stato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che fa i complimenti alle forze dell'ordine, le quali "dopo l'arresto di un terrorista algerino dell'Isis mettono a segno un'altra operazione importantissima. Nessuna tregua ai criminali". Gli fa eco il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, con un post su Facebook: "Dopo 14 anni di latitanza è stato assicurato alla giustizia il super latitante Marco Di Lauro, boss della camorra, ritenuto il secondo ricercato più pericoloso d'Italia, dopo Matteo Messina Denaro. Complimenti alla dda di Napoli, alla polizia, ai carabinieri, e a tutti i servitori dello Stato che hanno conseguito questo risultato".
Commissione Parlamentare Antimafia: "Vittoria dello Stato"
"L'arresto di Marco Di Lauro è una vittoria dello Stato. Esprimo le mie più sincere congratulazioni alle forze dell'ordine e alla magistratura per questo arresto che riconsegna sempre più fiducia nella democrazia e nelle sue leggi per affermare il principio della legalità". Così il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Nicola Morra. Anche Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, commenta la cattura del boss: "Complimenti alla polizia di Stato, ai carabinieri e alla magistratura per l'arresto del latitante Marco Di Lauro. La lotta alla camorra è al centro dell'azione dello Stato nella nostra città".