Si tratta di realtà molto diverse tra loro: costruttori nati e cresciuti in Cina con una rete ufficiale nel nostro Paese, marchi a vocazione globale controllati da gruppi cinesi o con produzione localizzata in Cina, importatori e brand locali che propongono modelli di provenienza cinese, spesso rivisti sul piano estetico o degli allestimenti. Una presenza destinata ad allargarsi ulteriormente nel corso dei prossimi anni
L’offerta di automobili di origine cinese sul mercato europeo e italiano continua a espandersi, sia in termini di modelli sia di marchi. Un perimetro che comprende realtà molto diverse tra loro: costruttori nati e cresciuti in Cina con una rete ufficiale nel nostro Paese, marchi a vocazione globale controllati da gruppi cinesi o con produzione localizzata in Cina, infine, importatori e brand locali che propongono modelli di provenienza cinese, spesso rivisti sul piano estetico o degli allestimenti. Una presenza destinata ad allargarsi ulteriormente nel corso dei prossimi anni.
Invasione cinese in Europa
Circa 40 i marchi automobilistici cinesi presenti in Europa. Si può riassumere così la presenza automobilistica cinese nel Vecchio Continente, con numeri in crescita nei prossimi anni sul fronte dei brand, dei modelli ma soprattutto delle immatricolazioni. Nuovi marchi che molto spesso anticipano ( o ritardano) i reali debutti rispetto a quanto annunciato, confermando la rapidità delle aziende cinesi a rispondere in modo corretto alle richieste dei clienti.
I marchi in Italia
Tra i costruttori più strutturati spicca Byd, oggi tra i protagonisti in Italia, con una gamma che conta 11 modelli. Cirelli rappresenta invece il caso del marchio italiano che commercializza vetture di produzione cinese, rientrando nel filone degli importatori nazionali. Nel listino figurano poi Dfsk, distribuita da China Car Company, con un’offerta che va dai Suv ai veicoli commerciali, fino a soluzioni ibride plug-in come la E5. Dongfeng è presente con quattro modelli e controlla anche il marchio premium Voyah, anch’esso già disponibile.
Crescita e nuovi debutti
Il gruppo Chery ha avviato la propria presenza in Italia con i marchi Omoda e Jaecoo. A questi si affiancherà nella primavera del 2026 Lepas, che debutterà con i modelli L8, L6 e L4, seguiti in un secondo momento dai brand iCaur ed Exlantis. Geely ha recentemente fatto il suo ingresso diretto con la elettrica EX5, mentre il gruppo è già ben radicato in Europa attraverso marchi controllati come Volvo, Polestar, Lotus, Zeekr e Lynk & Co, oltre alla partecipazione paritetica in Smart. Tra i pionieri della presenza cinese in Italia va ricordata MG, rientrata nel mercato nel 2021 e capace di superare quota 100mila immatricolazioni in quattro anni. Completano il quadro Maxus, focalizzata sui veicoli commerciali, e Xpeng, con due modelli elettrici in gamma. Guardando al futuro, tra i debutti più attesi del 2026 figura Changan, quarto costruttore cinese, già operativo in Europa anche grazie al centro stile di Rivoli, in provincia di Torino. Il marchio. Il gruppo cinese inizierà le vendite in Italia con il marchio Deepal, a cui in futuro si aggiungerà Avtr. Il 2026 vedrà l’arrivo anche di Nio, già presente in diversi mercati europei, a cui si aggiungeranno i brand Firefly e Onvo.
Marchi italiani dal Dna cinese
Il tema dell’importazione con rebranding è stato sviluppato in modo sistematico dal gruppo DR, che ha costruito un portafoglio di marchi - da Evo a Ich-X, passando per Sportequipe e Tiger - basato su modelli cinesi adattati per il mercato europeo. Una strategia simile è seguita anche da Emc (Eurasia Motor Company), con sede a Brescia. Forthing, marchio di Dongfeng Liuzhou Automobile, è distribuito in Italia da TC8, società del Gruppo FTH. Leapmotor, pur mantenendo radici cinesi, rientra invece nell’orbita di Stellantis, con una governance a trazione anche europea.