Santorini, il terremoto di magnitudo 7.8 del 1956 e lo tsunami nel Mar Egeo. La storia

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Introduzione

Il recente aumento dell'attività sismica a Santorini ha spinto oltre 6mila persone ad abbandonare l'isola per paura di uno tsunami, mentre alcuni residenti hanno trascorso la notte all'aperto, nelle loro auto o in zone sicure designate dalle autorità comunali. Negli ultimi giorni si sono verificate più di 550 scosse, con magnitudo superiore a 3 della scala Richter ed epicentro sotto il fondale marino, tra l'isola di Santorini e quella di Amorgos.

 

Santorini, che è una delle isole vulcaniche più attive nel Mar Egeo per la presenza del supervulcano Kolumbo, è caratterizzata da un elevato rischio sismico. La sua storia sismica e vulcanica è segnata da eventi catastrofici, il più celebre dei quali fu l’eruzione del 1600 a.C. che distrusse la civiltà minoica e diede origine alla caldera. Negli anni più recenti, si è verificato anche un altro violento evento sismico, tra i più forti registrati nell'epoca moderna. Si tratta del terremoto del 9 luglio 1956, che generò nel Mar Egeo uno tsunami. Che cosa accadde quel giorno?

Quello che devi sapere

L'isola vulcanica di Santorini

Per capirlo, è necessaria una precisazione. Santorini si trova al limitare di una caldera vulcanica sommersa, cioè un'ampia conca formatasi a seguito dello sprofondamento della camera magmatica di un vulcano. Per questo motivo, l'isola (che è appunto di origine vulcanica) rappresenta un'area ad alto rischio sismico.

 

Per approfondire:

Supervulcani, cosa sono e quali sono i più pericolosi al mondo

Il terremoto a Santorini del 1956

Il 9 luglio 1956 un forte terremoto di magnitudo 7.8 fece tremare la terra sotto l'arcipelago delle Cicladi. La violenta scossa, con epicentro a circa 5 chilometri a nord-est da Santorini e registrata alle 5 del mattino (ora locale), generò uno tsunami che colpì le coste del Mar Egeo. A causa del maremoto, che colpì diverse isole greche con onde superiori ai 20 metri, morirono 53 persone e altre 100 rimasero ferite

I danni dello tsunami

Alcuni testimoni oculari che il 9 luglio 1956 si trovavano nell'isola di Mouros raccontarono che, pochi minuti dopo il sisma, il mare iniziò a ritirarsi dalla costa velocemente. Poco dopo, le grandi onde dello tsunami colpirono le varie isole nell'area. Tra le località che registrarono maggiori danni, ci fu Santorini. Ma anche le coste settentrionali di Creta furono gravemente danneggiate. Il maremoto colpì anche l'isola di Calimno, causando enormi danni alle abitazioni e alle strutture portuali della zona

La recente attività sismica a Santorini

Dopo la recente attività sismica nell'isola di Santorini, il presidente dell'Organizzazione per la pianificazione e la protezione dai terremoti (Oasp), Efthimios Lekka, non ha escluso l'arrivo di un sisma di magnitudo superiore a 5 sulla scala Richter. Tuttavia, ha insistito, c'è "una bassa probabilità di un sisma di magnitudo 5,5" e "in nessun caso" si verificherebbe un terremoto di magnitudo superiore a 6. Nel frattempo, però, tutte le scuole (che secondo il comune conta 15.500 residenti permanenti) sono rimaste chiuse. I terremoti hanno colpito anche altre isole, come Amorgos