Fortemente voluta da Barack Obama, è stata pensata per ampliare la copertura offerta ai cittadini, consentendo a milioni di statunitensi di stipulare un'assicurazione privata grazie ad aiuti pubblici. Nel 2017 Trump ha provato ad abolirla, senza però riuscirci
La cosiddetta Obamacare, ovvero la riforma sanitaria fortemente voluta e ottenuta dall’ex presidente Barack Obama (LA FOTOSTORIA), è stata firmata il 25 marzo 2010. Ha consentito a milioni di statunitensi, che allora non avevano alcuna forma di assistenza medica, di stipulare un'assicurazione privata con un sistema di aiuti pubblici. È stata pensata per ampliare la copertura offerta ai cittadini, visto che il sistema negli Stati Uniti è prevalentemente di natura privata. Con l'approvazione della legge, 32 milioni di persone in più sono state tutelate.
Prima dell’Obamacare
Negli Stati Uniti non esiste un sistema sanitario nazionale, come ad esempio in Italia, che garantisce cure mediche universali finanziate attraverso la fiscalità generale. Per avere le cure, è necessario stipulare un'assicurazione sulla salute. Prima dell’Obamacare il servizio di assistenza gratuito, la Medicaid (gestito dai singoli Stati), era garantito soltanto alla parte più povera della popolazione, mentre il Medicare, ovvero cure sanitare agevolate finanziate con soldi pubblici, era riservato prevalentemente agli anziani con oltre 65 anni di età. Entrambe le misure coprivano complessivamente solo una parte minoritaria della popolazione statunitense: la maggior parte dei cittadini sottoscriveva una polizza sanitaria con una compagnia assicurativa, in genere stipulata attraverso il datore di lavoro.
Cosa prevede la riforma
Poi, con la riforma di Obama, le cose sono cambiate. L'Obamacare prevede sussidi per l'acquisto dei pacchetti assicurativi e imposte che finanziano il sistema con tasse sui redditi più alti. Ha esteso l’applicazione della Medicaid, che è passata da una copertura di 48 milioni a 70 milioni di persone. Tra i punti più significativi della riforma, ci sono innanzitutto sussidi federali per l'acquisto di una polizza per le famiglie di quattro persone che guadagnano non più di 88mila dollari all'anno. Le compagnie di assicurazione non possono poi negare la polizza ai malati cronici o a chi chiede di assicurarsi avendo precarie condizioni di salute preesistenti. È vietato togliere la mutua a chi si ammala o far pagare di più sulla base della storia medica o sulla base dell'età di una persona. Le assicurazioni devono inoltre includere i figli fino a 26 anni nella polizza di assistenza sanitaria dei genitori e devono coprire almeno il 60% dei costi di servizi e cure sanitarie. Nessuna famiglia deve mai spendere di tasca propria più di 11.900 dollari l'anno. È previsto infine un obbligo di assicurazione, con una multa pari a 695 dollari o il 2,5% del reddito, inflitta a chi non si dota di assicurazione sanitaria. Le aziende con 50 o più dipendenti vengono multate se non offrono copertura sanitaria ai loro impiegati.
Il tentativo di Trump di abrogarla
Nel 2017, Trump (LA FOTOSTORIA) ha provato ad abolire e sostituire l’Obamacare, come aveva più volte annunciato in campagna elettorale. La volontà del presidente si è però scontrata con lo scoglio del Senato. Dopo che il progetto di legge per abrogarla ha ottenuto il via libera della Camera, in Senato non ha invece raccolto i consensi necessari: ai no dichiarati di John McCain (LA FOTOSTORIA) e Rand Paul, si è aggiunto quello della senatrice Susan Collins. Un no, questo, che è valso bocciatura del progetto. I repubblicani potevano infatti permettersi di perdere solo due voti. Collins ha spiegato la sua opposizione al progetto con la valutazione preliminare del Congressional Budget Office (Cbo), l'organismo bipartisan incaricato di fornire analisi economiche al Congresso. Secondo il Cbo, il progetto avrebbe causato la perdita della copertura sanitaria per "milioni" di americani.
La Corte del Texas la dichiara parzialmente incostituzionale
Il 15 dicembre 2018 un colpo alla Obamacare viene però assestato da un giudice federale del Texas, che ha dichiarato incostituzionale una parte chiave della riforma, ovvero quella sull’obbligo individuale di acquistare una polizza assicurativa. Il guidice Reed O'Connor ha accolto il ricorso di una ventina di governatori e ministri della Giustizia di Stati repubblicani, pronunciando una sentenza che è destinata ad essere oggetto di un ricorso alla Corte Suprema, innanzitutto da parte del Partito Democratico.