La norma, risalente al 2002, non era mai stata formalmente applicata. Trasferimenti forzati dei cittadini, limitazioni agli spostamenti in entrata e in uscita, mobilitazione generale o parziale, reclutamento degli abitanti e più poteri ai governatori: ecco cosa prevede
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Vladimir Putin ha proclamato la legge marziale nelle quattro regioni ucraine annesse alla Russia con i referendum dello scorso settembre: Kherson, Zaporizhzia, Donetsk e Lugansk. La norma, risalente al 2002, non era ancora mai stata utilizzata, almeno ufficialmente. Lo stesso Putin, al Consiglio di sicurezza riunito per preparare l'applicazione delle nuove misure, ha infatti spiegato che "la legge marziale era in vigore" in questi territori "prima che entrassero a far parte della Russia. Ora dobbiamo legalizzare la situazione in conformità con la legislazione russa". La stretta, "se necessario", potrà essere estesa a tutta la Russia, Mosca compresa, si legge nel decreto annunciato dal presidente e subito approvato dal Senato (GUERRA IN UCRAINA - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI).
Cosa prevede la legge marziale in Ucraina
Nelle regioni annesse scatta il livello massimo di attenzione, sulla base del quale i governatori possono "creare e realizzare" interventi che soddisfino le necessità delle forze armate. La legge marziale prevede quella che viene definita come una mobilitazione parziale o generale delle truppe. Come ha specificato lo stesso Putin, poco cambia con la situazione precedente alla proclamazione della norma, perché le autorità russe si erano già mosse per reclutare i cittadini dei quattro territori annessi. Tra le altre cose, la legge marziale prevede poi la possibilità di procedere con limitazioni dei movimenti degli abitanti, di stabilire il coprifuoco e di controllare la popolazione, ad esempio attraverso posti di blocco. A questo si aggiunge la possibilità di trasferire in maniera forzata gli abitanti delle regioni annesse in altri posti e di “evacuare” oggetti “di importanza economica, sociale e culturale”.
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La limitazione dei movimenti al confine con l’Ucraina e i poteri dei funzionari
Putin ha anche emesso un decreto che va a limitare i movimenti dentro e fuori otto regioni confinanti con l'Ucraina. Le misure si applicano alle regioni meridionali di Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov e ai territori di Crimea e Sebastopoli, che la Russia ha annesso nel 2014. In pratica, se le quattro regioni annesse sono entrate in stato di massima allerta, per questi otto territori scatta lo stato d'allerta. "Gli alti funzionari", ha spiegato Putin, "dovrebbero prestare la necessaria attenzione all'attuazione delle misure volte a garantire l'incolumità delle persone, la sicurezza e la protezione antiterrorismo delle strutture critiche, il mantenimento dell'ordine pubblico, l'aumento della stabilità, del funzionamento dell'economia, dell'industria, della creazione e dell'espansione della produzione dei prodotti necessari per l'operazione militare speciale".