Panico e calca: i maggiori incidenti durante concerti ed eventi

Mondo

Ambra Orengo

Dallo spray urticante utilizzato in piazza San Carlo a Torino nel 2017 agli incendi nelle discoteche statunitensi: la storia è disseminata di casi in cui folle radunate a festival o in locali hanno provocato morti e feriti

Spray urticanti spruzzati per farsi largo tra la gente, incendi causati da fuochi d’artificio, uscite d’emergenza bloccate: sono solo alcune delle cause scatenanti di incidenti avvenuti quando la folla si è radunata a concerti, festival, cerimonie religiose ed eventi sportivi. Discoteche e locali notturni sono tra i luoghi più colpiti da queste tragedie. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello accaduto prima del concerto del trapper Sfera Ebbasta, l’8 dicembre 2018, nell’Anconetano (LE TAPPE). Un improvviso odore acre, probabilmente diffuso da uno spray urticante, ha dato il via a una fuga generale in cui diverse persone sono state travolte. Il bilancio è di sei morti e decine di feriti. Prima di questo caso, però, circostanze simili si sono verificate in diverse parti del mondo.

2017: Torino

La sera del 3 giugno 2017, a Torino, in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, viene installato in piazza San Carlo un maxischermo per permettere ai tifosi di seguire in diretta la partita in corso a Cardiff. Secondo quanto ricostruito in seguito dalle indagini, durante il match un gruppo di rapinatori ha utilizzato spray urticante per farsi largo tra la folla, dopo aver rubato diversi oggetti agli spettatori. La sostanza nell’aria provoca il panico e la folla inizia a fuggire: nella calca che segue 1527 persone rimangono ferite e una donna morirà dopo dodici giorni in ospedale.

2015: Romania

Il 30 ottobre 2015, nel locale Colectiv di Bucarest muoiono in totale 64 persone e 153 rimangono ferite. La causa è un incendio divampato durante l'esibizione del gruppo Goodbye to Gravity a seguito di uno spettacolo pirotecnico nel locale. Le fiamme scatenano il panico e le persone corrono verso l’uscita ma molte rimangono intrappolate all’interno. Il sistema di sicurezza della discoteca risulterà poi non a norma, una circostanza che scatena le proteste nel Paese e porta alle dimissioni del governo guidato da Victor Ponta.

2013: Brasile

La discoteca Kiss, a Santa Maria, nel sud del Brasile, si trasforma nel teatro di una tragedia il 27 gennaio 2013. Durante una festa universitaria, nel locale in cui sono presenti circa 2mila giovani, scoppia un incendio a seguito di uno spettacolo di fuochi d’artificio. Le fiamme provocano il panico e le persone si affollano verso l’uscita: nella calca che si forma moriranno in tutto 231 persone e rimarranno feriti in 117. Si tratta della più grave tragedia dello Stato di Rio Grande do Sul e di una tra le più gravi accadute dentro una discoteca.

2010: Germania

La diciannovesima e ultima edizione della LoveParade, popolare festival di musica dance, si è trasformata in una delle più gravi stragi di spettatori in Europa degli ultimi 30 anni. Il 24 luglio 2010, a Duisburg, in Germania, 21 giovani muoiono e 510 rimangono feriti a causa del sovraffollamento vicino all'ingresso principale dell'area in cui si teneva l'evento. L'incidente si è verificato infatti all'interno del tunnel dove si incrociavano le persone in arrivo e quelle in uscita dal raduno. Una folla immensa, stritolata in una struttura probabilmente non adatta ad accoglierla, in cui la maggior parte delle morti avvenne per schiacciamento della cassa toracica.

2009: Marocco

Il 23 maggio 2009 il Mawazine festival porta a Rabat, in Marocco, molte star locali e internazionali, tra cui Stevie Wonder, Kylie Minogue e Ennio Morricone. Durante la serata conclusiva dei nove giorni di festival, dopo l’esibizione del cantante marocchino Abdelaziz Stati, 11 persone muoiono a causa della calca formatasi nei pressi dell’unica uscita disponibile. Un’indagine è stata poi aperta sulla tragedia, che ha sconvolto un festival molto popolare e seguito nel Paese.

2009: Thailandia

La notte di capodanno nel Santika Club di Bangkok, in Thailandia, si trasforma in tragedia quando un incendio divampa nel locale. Mentre la band Burn si esibisce sul palco, intorno a mezzanotte e mezza, scoppia l’incendio causato, probabilmente, da fuochi d’artificio esplosi all’esterno o da un cortocircuito. In tutto, 66 persone rimangono uccise a causa di ustioni, intossicazione o perché schiacciate dalla calca che si forma verso le uscite. I feriti sono 222.

2004: Argentina

Nel 2004 a Buenos Aires, in Argentina, un incendio in una discoteca ha provocato la seconda maggiore tragedia del Paese. La notte del 30 dicembre, nel locale República Cromañón, si esibisce sul palco la band rock dei Callejeros. Tra il pubblico, qualcuno spara dei fuochi d’artificio: le fiamme che divampano causano la morte di 194 persone e il ferimento di oltre 700. Gli organizzatori dell’evento e i responsabili del locale saranno poi condannati a diversi anni di carcere. Tra le colpe, anche quella di aver fatto entrare circa 3mila persone in uno spazio che ne poteva contenere solo mille.

2003: Stati Uniti

Cento persone sono morte e 230 sono rimaste ferite nell’incendio scoppiato nel nightclub The Station, il 20 febbraio 2003 a West Warwick, Rhode Island. Durante il concerto del gruppo musicale Great White, alcuni effetti pirotecnici provocano le fiamme che in pochi minuti inghiottono l’intero locale. Presa dal panico, la folla si accalca nel corridoio che porta all’uscita, bloccando l’evacuazione e causando la morte, per schiacciamento e asfissia, di 100 persone. Tre giorni prima della tragedia, un altro incidente in un locale di Chicago provoca la morte di 21 persone. Il 17 febbraio, nel nightclub E2, il personale della sicurezza utilizza uno spray urticante per sedare una rissa. I fumi dello spray però intossicano le persone attorno e scatenano il panico: la folla corre verso le uscite, ignara della provenienza del gas (in molti hanno pensato a un attacco terroristico). Ventuno persone tra i 21 e i 43 anni muoiono per asfissia, mentre 50 rimangono ferite.

2001: Indonesia

Il 18 marzo 2001 quattro teenager muoiono a Jakarta, in Indonesia, durante il concerto della band britannica A1. Circa 1500 persone si presentano all’evento, organizzato all’interno del Taman Anggrek shopping centre. Nella ressa che si crea all’uscita, le quattro giovani muoiono schiacciate. La band, appresa la notizia, decide di cancellare il tour in Asia.

2000: Danimarca

Nove giovani muoiono la sera del 30 giugno 2000, mentre assistono all’esibizione dei Pearl Jam al concerto rock di Roskilde, una trentina di chilometri a ovest di Copenaghen. I ragazzi – tutti maschi tra i 17 e i 26 anni – vengono schiacciati dalla folla durante il concerto, dopo che il pubblico ha cercato di avvicinarsi al palco, accalcandosi. All’evento erano presenti circa 50mila spettatori.

1979 e 1977: Stati Uniti

Un’altra band famosa che ha visto un suo concerto trasformarsi in una tragedia è quella dei The Who. Il 3 dicembre 1979, al Riverfront Coliseum di Cincinnati, undici persone perdono la vita dopo che i 18mila possessori del biglietto si accalcano agli ingressi per aggiudicarsi i posti migliori. Di tutte le porte disponibili, ne vengono aperte solamente due e la folla, convinta che il concerto stia per iniziare, comincia a spingere per entrare: undici persone muoiono per asfissia e 26 rimangono ferite. Due anni prima, il 28 maggio del 1977, un’altra tragedia colpisce il Paese. Al Beverly Hills Supper Club di Southgate, in Kentucky, 165 persone muoiono e 200 rimangono ferite a causa di un incendio scoppiato durante l’esibizione del cantante e attore John Davidson. Quella sera all’interno del locale che poteva ospitare al massimo 600 persone, ce ne sono tra le 900 e 1300. Delle tre porte disponibili, solamente una è aperta: per sfuggire alle fiamme la folla si accalca verso l’uscita.

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