Ucraina, a Sky tg24 parla la tiktoker Valeria che racconta la guerra contro la Russia

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Beatrice Barbato

Beatrice Barbato

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Valeria è una ragazza ucraina di 22 anni che, quando la Russia ha invaso il Paese il 24 febbraio del 2022, ha iniziato a raccontare la sua nuova quotidianità: cosa si cucina in un rifugio quando non si ha la possibilità di fare la spesa, ad esempio, o come si affronta il buio quando manca l’elettricità. "Raccontare il conflitto mi ha aiutato ad affrontare lo stress", ha spiegato a Sky tg24

Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il 24 febbraio 2022, Valeria Shashenok aveva 20 anni e viveva a Chernihiv, a 50 chilometri dal confine con la Bielorussia. Da allora ha iniziato a documentare sui social la vita dentro e fuori i rifugi antimissile.

“All’inizio è stato molto utile anche per il mio Paese e per il mondo occidentale, perché davo informazioni e postavo tutto in inglese – spiega Valeria a Sky tg24 – Quindi la gente si fidava di quello che dicevo. Non sono un politico, sono una persona che seguono su TikTok. Hanno capito che non era propaganda la mia, ma era proprio un modo di far vedere cosa fosse la guerra. Posso ritenerlo un mio hobby, che mi ha aiutata ad affrontare stress, sofferenza, e queste emozioni così forti e negative”.

"Raccontare la guerra sui social mi ha aiutato"

Esorcizzare la paura per poter affrontare quanto le stava e la sta accadendo. Valeria ha saputo fare una cosa potentissima, ma con la naturalezza e la spontaneità dei suoi vent’anni: dopo il 24 febbraio ha iniziato a raccontare la sua nuova quotidianità: cosa si cucina in un rifugio, quando non si ha la possibilità di fare la spesa, ad esempio, o come si affronta il buio quando manca l’elettricità.

Storie come la sua sono il motivo per cui la guerra in Ucraina, da subito, ci è sembrata così vicina. Le nostre vite, prima della guerra, si somigliavano a tal punto che guardare le immagini di donne e bambini fuggire dal Paese ci ha destabilizzato più che per altri conflitti.

“Non ho avuto paura e non ho paura di perdere la vita, mi sento quasi invulnerabile – confessa Valeria – Sono come una persona che pensa che non le potrà accadere nulla, come se ci fosse una energia positiva che protegge me, la mia famiglia. Non sono spaventata, sono i russi che dovrebbero esserlo. Credo che, anche se questa guerra fosse scoppiata, i miei obiettivi, i miei sogni, sarebbero stati sempre gli stessi, sempre più importanti, sempre più grandi. E a ogni modo questa esperienza, così come l'esperienza di tutte le persone che mi sono state vicine, mi hanno dato altra determinazione. Mi hanno resa più forte, mi hanno fatto credere di più in me stessa e nei miei sogni e nella possibilità di poter realizzare questi sogni.

"Spero che l’Ucraina entrerà a far parte dell’Unione europea"

La generazione di cui fa parte Valeria è una delle prime nate e cresciute in un Paese indipendente. Giovani europeisti che hanno contribuito a cambiare il Paese con Euromaidan - il vasto movimento di protesta nato nel 2013 contro l’interruzione dei negoziati con l’Unione Europea – e che ora si trovano in prima linea a combattere al fronte.

Spero che l’Ucraina entrerà a far parte dell’Unione europea, un giorno. È uno dei miei sogni da quando ero più piccola, da quando andavo a scuola, perché se l’Ucraina fosse nell’UE sono sicura che innanzitutto l'economia di questo Paese crescerebbe, certo non in un anno, ma di più. Ci sarebbero più opportunità anche per l'istruzione, molte cose cambierebbero in positivo”.

"A Kiev mi sento a casa"

Dopo aver vissuto in Italia, Germania e Regno Unito, Valeria è tornata nel suo Paese e oggi vive a Kiev.

 “Adesso sento questa responsabilità di dover stare qui. E soprattutto devo trovare un obiettivo e capire perché voglio andare in un altro Paese. Devo avere dei piani – conclude Valeria – Non voglio andare solo per andare. Anche se lo so che possa sembrare strano, ma mentalmente mi sento al sicuro, perché io appartengo a questo posto. Mi sento a casa”.

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