Cos’è il Global Compact, il piano mondiale dell’Onu per i migranti

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È il risultato di un accordo non vincolante voluto dalle Nazioni Unite nel 2016 per fronteggiare la questione migratoria a livello globale e ribattezzato “Dichiarazione di New York”. Lotta alla xenofobia, allo sfruttamento e al traffico di essere umani i punti cardine

Il risultato di un accordo non vincolante raggiunto nel settembre del 2016 dalle Nazioni Unite per fronteggiare a livello mondiale il problema dei migranti. È questo il Global Compact for Migration, il progetto adottato al Palazzo di Vetro che il 19 settembre 2016 ha redatto un documento intitolato "Dichiarazione di New York su migranti e rifugiati". Il testo contiene una serie di principi e impegni da parte dei 193 membri dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che lo hanno sottoscritto all’unanimità come base per arrivare alla firma definitiva del Global Compact.

I principi del Global Compact

È un trattato vero e proprio che indica come affrontare la crisi migratoria. Nella "Dichiarazione" si afferma la profonda solidarietà nei confronti delle persone costrette ad abbandonare le loro case, ribadendo gli obblighi relativi ai diritti umani dei profughi, così come l'impegno a fornire un sostegno ai Paesi interessati da movimenti migratori su larga scala. I Paesi firmatari sono invitati a rispettare le procedure di frontiera nel rispetto del diritto internazionale, a iniziare dalla Convenzione sui rifugiati del 1951. Quindi, si ribadisce la necessità di prevedere un'adeguata, sicura e dignitosa accoglienza di migranti e rifugiati, di prestare un'attenzione specifica ai bisogni di donne, bambini e di chi necessita di assistenza sanitaria, e l'impegno a mantenere i campi profughi in condizioni dignitose. E ancora, a portare avanti la lotta contro lo sfruttamento, il razzismo e la xenofobia. Per quanto riguarda gli impegni specifici, verso i rifugiati c’è quello di un maggiore sostegno ai Paesi e alle comunità che ne ospitano il maggior numero, oltre a quello per la promozione dell'istruzione e la creazione di posti di lavoro e accesso al reddito.

Prima unanimità, poi dietrofront

La “Dichiarazione di New York” è stata firmata all'unanimità dai 193 membri delle Nazioni Unite. Ma durante l’assemblea generale che ha preceduto la firma definitiva del Global Compact, diversi Stati hanno fatto dietrofront rispetto all’impegno preso nel 2016. Tra questi, Stati Uniti, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria, Bulgaria, Svizzera e Italia.

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