
"Dia de los muertos", la tradizione messicana che celebra la vita. FOTO
La ricorrenza si celebra con sfilate colorate e variopinte, a metà fra il sacro e il profano, ma quest'anno sarà profondamente influenzata dalla pandemia da Coronavirus. Il Messico, uno dei Paesi più colpiti al mondo dal coronavirus, ha cancellato gran parte delle celebrazioni e chiuso i cimiteri a fronte della grave crisi sanitaria globale. LA FOTOGALLERY

Ogni anno, a cavallo tra il mese di ottobre e novembre, il Messico celebra il "Dia de los muertos", una delle ricorrenze più sentite nel Paese, che celebra la vita ricordando i propri cari che non ci sono più
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Quest'anno la ricorrenza dovrà fare i conti con la pandemia da coronavirus che proprio in Messico ha colpito in maniera pesante. Il Paese dell'America centrale, infatti, è uno dei più colpiti al mondo con quasi un milione di casi accertati e oltre 90 mila vittime di Covid

Le autorità messicane, quindi, per far fronte alla grave crisi sanitaria, hanno deciso di cancellare gran parte delle celebrazioni che si sarebbero dovute tenere a cavallo tra ottobre e novembre

Prevista anche la chiusura dei cimiteri a Città del Messico nei primi due giorni del mese di novembre per evitare gli assembramenti che potrebbero favorire la diffusione del contagio

Solitamente, i festeggiamenti si tengono dal 28 ottobre al 2 novembre. Si tratta di una ricorrenza decisamente diversa dai toni scuri e macabri di Halloween. Al contrario, il Dia de los muertos accoglie la morte come qualcosa di inevitabile e celebra il giorno dedicato ai propri cari defunti con commemorazioni vivaci e variopinte

La tradizione messicana del giorno dei morti affonda le proprie radici nell'età pre-ispanica, ai tempi di Aztechi e Maya, che vedevano proprio nell'alternarsi di vita e morte il ciclo naturale dell'ordine cosmico

La tradizione vuole che solo in questo giorno dell'anno i defunti siano in grado di raggiungere i loro parenti vivi. Per questa ragione i cimiteri si colorano di decorazioni e fiori per accogliere al meglio i propri cari

Requisito fondamentale perché i defunti possano raggiungere la Terra è una loro foto da vivi, da esporre nei coloratissimi altari allestiti seguendo le precise regole dettate dalla tradizione

Protagonista della ricorrenza messicana è, senza dubbio, anche la cucina. Tra i simboli della festa, anche a tavola, ci sono i teschi: il "Pan de muertos" è il dolce tipico di questa festa, fatto con base dolce, semi di anice e i "teschi di zucchero"

Tra gli altri piatti messicani che appartengono alla tradizione ci sono i tamales, involtini preparati con un impasto a base di mais, ripieno di carne, verdure, frutta e altri ingredienti

Tra i propositi di questa celebrazione c'è quello di esorcizzare la morte attraverso una sua rappresentazione caricaturale che si declina nei travestimenti più variegati ed eccentrici

Ogni giornata, dal 28 ottobre al 2 novembre, ha un significato simbolico ben preciso. Si va dal giorno dedicato a chi ha perso la vita per causa violenta (28 ottobre) o a quello riservato a chi non è mai nato o è morto prima del battesimo (31 ottobre), fino ai primi due giorni di novembre, dedicati al ritorno dei defunti sulla Terra

Il Dia de los muertos fa parte della lista del patrimonio immateriale Unesco dell'Umanità, in quanto è una delle più antiche espressioni culturali di un popolo, capace di affermarne identità e origini

Anche se quest'anno non saranno possibili a causa della pandemia, solitamente questi giorni in Messico sono caratterizzati da cortei variopinti in cui spiccano categorie di maschere tipiche: i Mitclan (cioè i partecipanti del regno dei morti secondo la mitologia azteca) e il carnaval de calaveras (cioè il carnevale dei teschi)

Lo scorso anno, nella prima giornata di festeggiamenti, quasi due milioni di persone si sono riversate nelle strade di Città del Messico
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