Thailandia-Cambogia, un murale per la pace: "Dolore e speranza"

Un murale raffigurante civili, soldati e monaci cambogiani sfollati, un simbolo per invocare la pace e la fine della guerra: lo sguardo si posa sugli artisti che lo stanno realizzando, ricostruiscono con i colori volti e dolore. Sono ore e giorni di attesa e trattative politiche per arrivare alla fine del conflitto tra Thailandia e Cambogia. I funzionari della difesa di Thailandia e Cambogia si incontreranno il 24 dicembre proprio per riaprire la discussione su un possibile cessate il fuoco. Si chiama "Art for Peace", e per realizzare il murale definito il più grande della Cambogia sono al lavoro oltre 50 artisti, nazionali e internazionali, con un obiettivo: finirlo per la vigilia di Natale. Siamo nel a Siem Reap, nel nord della Cambogia, nel parco dei santuari di Preah Ang Chek e Preah Ang Cham. Attraverso l'arte il progetto vuole invitare il mondo ad ascoltare, proteggere il patrimonio culturale e agire per la pace. "Il nostro team sta usando il linguaggio dell'emozione condivisa e dell'unità per creare immagini che riflettano la tragedia che si sta consumando", ha spiegato al Khmer Times Tan Kimsour, rappresentante degli artisti. "Queste immagini sono un messaggio importante per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sul dolore e la sofferenza del nostro popolo", ha aggiunto. Sullo sfondo le immagini che riempiono la "tela" di cinque metri per trenta. Durante la realizzazione del murale, un gruppo di alunni delle scuole primarie si è esibito in un omaggio musicale: il giorno scelto è lunedì 22 dicembre, durante una riunione ministeriale speciale proprio sul confine tra Thailandia e Cambogia. "L'arte trascende confini, lingua e ideologia. A differenza della protesta o della politica, l'arte invita alla riflessione piuttosto che al confronto", ha sottolineato Tan Kimsour al KiriPost. "Art for Peace è un'iniziativa culturale non violenta che utilizza l'espressione artistica per dare voce ai civili colpiti dai conflitti e per promuovere la pace e la protezione del patrimonio culturale", ha spiegato l'artista. Che ha aggiunto: "Questo progetto si realizza ora perché la sofferenza dei civili e la distruzione del patrimonio culturale ci ricordano che il silenzio ha delle conseguenze. Nei momenti di tensione, l'arte può intervenire pacificamente prima che altre vite, ricordi e patrimonio vadano perduti. Questo è un appello alla prevenzione, non all'escalation". L'opera rappresenta esperienze vissute, paura, perdita, incertezza. Attraverso volti e simboli viene mostrato il dolore delle popolazioni. "Questo progetto cerca comprensione, empatia e responsabilità. L'arte ci permette di comunicare dolore e speranza in un modo accessibile a tutti, compresa la comunità internazionale, senza provocare divisioni o ostilità", ha spiegato l'artista. Come spiegato da Luciana Grosso di Ispi proprio qui su Insider "non è durato che poche settimane il cessate il fuoco al confine tra Cambogia e Thailandia. Un cessate il fuoco cui si era arrivati lo scorso ottobre, non tanto a seguito della volontà di uno dei due soggetti coinvolti di cessare effettevamente gli scontri ma solo a seguito di una frettolosa e volitiva mediazione americana che aveva minacciato i due Paesi di dazi altissimi se non fossero arrivati a un accordo". Come si è arrivati a un nuovo scontro? "Le ragioni che hanno portato alla nuova raffica di scontri non sono chiare, né lo è quale Paese avrebbe attaccato per primo. Ma al di là di chi abbia iniziato e del perché, una buona chiave di lettura di questo conflitto, e delle ragioni per cui il cessate il fuoco è stato così fragile ed effimero, potrebbe arrivare dalle cause profonde di questa guerra che, con varie fasi, va avanti da decenni. Al centro di tutto ci sono due cose: la prima è una antica disputa territoriale, che riguarda anche due antichissimi templi. La seconda è una contemporaneissima faccenda legata a economia, cybersicurezza e truffe online", ha spiegato Grosso su Insider.

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Redazione Sky Tg24