L’ordinanza, approvata la scorsa settimana, obbliga tutti i produttori ad adattare i nuovi smartphone entro 90 giorni. Per il governo, l’app Sanchar Saathi servirà a garantire la sicurezza informatica degli utenti ma per gli esperti di tratta di una violazione della privacy
Una app del governo installata obbligatoriamente su tutti i nuovi smartphone. È questa la nuova ordinanza voluta dal governo indiano e che sta facendo molto discutere, in particolare sul tema della privacy. Si chiama Sanchar Saathi ed è una applicazione non removibile che l’India ha ordinato di installare a tutti i produttori di telefoni. Lo scopo, per il governo, sarebbe quello di garantire la sicurezza informatica a tutti gli utenti: l’app, infatti, aiuterà i cittadini a verificare l'autenticità di un telefono controllandone l'Imei, International Mobile Equipment Identity, il codice univoco di 15 cifre che identifica e autentica ogni dispositivo mobile sulle reti cellulari e permette di segnalare eventuali usi impropri delle risorse di telecomunicazione.
Obbligo entro 90 giorni
L'ordinanza del governo è stata approvata la scorsa settimana: dal momento in cui è stata resa pubblica, i produttori di smartphone hanno l’obbligo di ottemperare al requisito entro 90 giorni. Il Dipartimento delle Telecomunicazioni indiano, come si legge in un comunicato, ha affermato che i telefoni cellulari con numeri Imei duplicati o falsificati rappresentano un "grave pericolo" per la sicurezza informatica delle telecomunicazioni. L'India, sostengono dal governo, ha un grande mercato di dispositivi mobili di seconda mano: in numerosi casi “dispositivi rubati o inseriti in una lista nera vengono rivenduti ad acquirenti ignari, che ne diventano vittime".
Critici gli esperti informatici: "Viola privacy"
La decisione del governo indiano ha sollevato critiche e polemiche non solo nella popolazione ma anche da parte di esperti di sicurezza informatica che parlano di violazione del diritto alla privacy dei cittadini. Il rischio infatti è che l’app possa sorvegliare le azioni degli utenti e raccogliere dati personali utili allo Stato. Come ha sottolineato l'organizzazione di difesa dei dati Internet Freedom Foundation in una nota, "l'imposizione trasforma ogni smartphone venduto in India nel contenitore di un software imposto dallo stato che l'utente non può rifiutare, controllare o rimuovere".