La procura di Istanbul ha chiesto nello specifico 2.532 anni di reclusione per l'ex sindaco della città. Ritenuto il principale rivale del presidente Erdogan, Imamoglu era stato rimosso dall'incarico dopo l'arresto per corruzione. L'accusa è 26 reati, tra cui corruzione, riciclaggio e frode a danno di istituzioni e organizzazioni pubbliche
Oltre duemila anni di carcere. È questa la richiesta avanzata dalla procura di Istanbul nei confronti dell'ex sindaco della città, Ekrem Imamoglu, al termine delle indagini sulla municipalità di Istanbul. Nello specifico, nell'atto d'accusa inviato al tribunale la procura ha richiesto pene detentive per un totale di 2.532 anni di reclusione. Il primo cittadino turco, ritenuto il principale rivale del presidente Recep Tayyip Erdogan, era stato rimosso dall'incarico dopo l'arresto per corruzione lo scorso marzo. Come riferiscono i media locali, l'accusa ritiene Imamoglu colpevole di 26 reati, tra cui corruzione, riciclaggio e frode a danno di istituzioni e organizzazioni pubbliche.
Le indagini
Oltre a Imamoglu, nell'atto d'accusa compaiono in tutto i nomi di 402 sospetti, tra i quali 105 persone attualmente in carcere, 170 sottoposte a un controllo giudiziario e altri 7 ricercate con un mandato di arresto. Sono accusati di essere colpevoli di 142 capi d'accusa, tra cui estorsione, frode a danno di istituzioni pubbliche, tangenti e violazioni di varie leggi. Nel presentare l'atto d'accusa alla stampa, il procuratore capo Akin Gurlek ha dichiarato che il processo contro la municipalità di Istanbul si svolgerà nell'aula di tribunale del carcere di Silivri, alla periferia di Istanbul, dove Imamoglu è in carcere dal 19 marzo.
L'arresto di Imamoglu
L'arresto del primo cittadino turco aveva provocato instabilità nei mercati finanziari e settimane di proteste anti governative, non solo a Istanbul ma anche in altre città turche, dove si erano verificati scontri con le forze della polizia e centinaia di persone furono arrestate. Il caso di Imamoglu è stato anche citato dalla Commissione europea nel recente rapporto sulla Turchia, dove Bruxelles ha espresso "preoccupazioni riguardo al continuo deterioramento degli standard democratici, dello stato di diritto, dell'indipendenza della magistratura e del rispetto dei diritti fondamentali".