Religione e omosessualità: quanto influisce la fede sulla tolleranza?

L’estremismo religioso – almeno per quanto riguarda le principali religioni monoteiste – è spesso associato a un alto livello di intolleranza nei confronti dell’omosessualità. Ma quanto influisce, davvero, la religiosità di una società sui suoi livelli di tolleranza? È ciò che si è chiesto il giornalista di dati Oscar Leo, che ha messo in relazione il grado di importanza dato alla religione in 58 Paesi del mondo, grazie ai risultati di sondaggi come lo European Values Study e il World Values Survey, con il loro livello di accettazione dell’omosessualità negli ultimi vent’anni. In questo arco di tempo, la religione ha riconquistato un ruolo centrale soprattutto nei Paesi ex sovietici, dopo decenni di repressione sotto il comunismo. Al contrario, nei Paesi occidentali è emersa una crescente secolarizzazione, legata alla modernizzazione delle società, al crescente individualismo e al ricambio generazionale. In Italia, uno dei Paesi che rimane meno secolarizzato tra quelli occidentali, tra il 2004 e il 2022 la percentuale di quanti affermavano che la religione ha un ruolo importante nella propria vita è scesa dal 71 al 65%. Le società più religiose restano invece concentrate perlopiù in Paesi musulmani come Egitto, Indonesia e Bangladesh, dove la totalità della popolazione si dichiara religiosa, ma anche in nazioni africane con una forte presenza cristiana come Nigeria e Zimbabwe. Qui l’importanza della religione è rimasta quasi invariata negli ultimi vent’anni, segno di una forte resistenza ai processi di laicizzazione. Per quanto riguarda l’omosessualità, tra il 2004 e il 2022 è emerso un chiaro trend globale verso una maggiore accettazione: molti Paesi, concentrati soprattutto in Europa, nelle Americhe e in Estremo Oriente, mostrano progressi marcati, anche se si registrano alcune eccezioni. In Italia la percentuale di “intolleranti” è passata dal 42 al 27%. Nei Paesi a maggioranza musulmana, come Giordania , Bangladesh , Indonesia , Iran , Pakistan e Turchia , la condanna dell’omosessualità resta invece elevata, con solo lievi miglioramenti. In Africa, Nigeria e Zimbabwe mantengono livelli di tolleranza molto bassi, pur con segnali di leggera apertura in quest’ultimo caso. In Asia la situazione è più variegata: il Giappone, dove oggi solo il 14% della popolazione si dichiara religioso , mostra livelli di tolleranza paragonabili a quelli della Spagna, dove gli intolleranti sono meno di uno su cinque. Cina e Corea del Sud restano invece tra i Paesi meno tolleranti , anche a fronte di una scarsa influenza della religione sulla società . In Europa, la frattura è invece sulla linea est-ovest: i Paesi dell’Europa occidentale sono in cima alla classifica globale per livelli di accettazione, mentre quelli orientali, specialmente Russia e Bielorussia , registrano una tendenza è opposta: negli ultimi due decenni, sia la religione che l’intolleranza sono cresciute. Confrontando i dati sulla religione e quelli sull’omosessualità, emerge dunque un’evidente correlazione: dove la religione è considerata molto importante, l’intolleranza verso l’omosessualità è generalmente più diffusa, mentre dove la religione ha un ruolo marginale, la società tende a essere più aperta e inclusiva. La maggior parte dei Paesi si distribuisce così in due grandi blocchi: uno ad “alta religiosità e bassa accettazione”, che comprende soprattutto il mondo islamico e parte dell’Africa, e uno a “bassa religiosità e alta accettazione”, che include l’Europa occidentale e alcuni Paesi asiatici. Tuttavia, due piccoli gruppi di nazioni si distinguono dal quadro generale: da un lato, Paesi come Cina, Corea del Sud e molti stati ex sovietici mostrano una combinazione di bassa religiosità e bassa tolleranza; dall’altro, alcune nazioni delle Americhe , presentano invece alta religiosità ma anche alta tolleranza. Nel primo caso, ciò suggerisce che la secolarizzazione, da sola, non sempre garantisce automaticamente una maggiore apertura sui diritti civili. Nel secondo, invece, che elevati livelli di fede possono convivere con il rispetto per l’orientamento sessuale altrui: queste società, inclusa quella italiana, sono infatti riuscite a progredire sul piano dei diritti senza necessariamente rinunciare alla propria spiritualità e tradizioni.

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Gianluca De Feo