Giacarta sta sprofondando sotto il suo stesso peso

Giacarta, la gigantesca capitale dell’Indonesia, è una delle città in più rapida espansione del mondo: negli anni 50 - tanto per avere una dimensione del fenomeno - a malapena raggiungeva il milione di persone, oggi, invece i suoi residenti ufficiali superano i 10 milioni di abitanti, che diventano 30 se si considera l’intera area metropolitana. Una crescita così verticale che ne ha messo in seria discussione la stessa sopravvivenza. Non solo perché l’ambiente, in una città del genere, è per evidente conseguenza poco salubre e molto inquinato, ma anche per un imprevisto elemento geologico: la subsidenza del terreno. Il fatto che in pochi decenni la sua popolazione sia decuplicata ha fatto si che la crescita urbana e infrastrutturale, fatta di strade, abitazioni, fabbriche e uffici, sia stata altrettanto veloce. E che, soprattutto sia avvenuta tenendo conto soprattutto delle necessità immediate, senza pensare a quanta crescita il terreno su cui sorge la città potesse reggere. Il suolo è ceduto di 2,5 metri in 10 anni Così il risultato di decenni di crescita disordinata e urgente ha portato al fatto che la città sta sprofondando sotto il suo stesso peso. Questo perché il continuo costruire e contemporaneamente pescare acqua dalle sue falde ha fatto si che il suolo iniziasse a cedere: “La parte settentrionale di Giacarta è sprofondata di 2,5 metri in 10 anni e continua ad affondare fino a 25 cm all'anno in alcune zone, più del doppio della media globale delle megalopoli costiere - scrive BBC in un reportage dalla capitale indonesiana -. Giacarta sta sprofondando in media di 1-15 cm all'anno e ormai quasi metà della città si trova sotto il livello del mare”. L'impatto è evidente soprattutto nella parte nord della città, un’area che si prevede sarà completamente sommersa entro il 2050 e che già oggi è stata in parte abbandonata dalle persone e presa dall’acqua. Nusantara, da nuova capitale a città fantasma Tutto questo, nel 2017, ha portato il governo di allora, guidato dal popolarissimo Joko Widodo, a decidere di spostare la capitale altrove, nella speranza, parziale, di ridurre la presione antropica su Giacarta e di creare un nuovo e alternativo centro di sviluppo, da collocare in una zona più stabile e sicura, quella della regione del Kalimantan Orientale nel Borneo, considerata al riparo da terremoti e vulcani, oltre che al centro del vasto arcipelago del Paese. All’epoca il progetto della nuova capitale Nusantara fu annunciato come innovativo e promettente, con tanto di concorso internazionale di architettura che prevedeva una città verde, sostenibile e tecnologicamente avanzata da completare entro il 2045 con un costo complessivo di circa 30 miliardi di euro. C’è anche stata una specie di inaugurazione ufficiale nel 2024. Il problema, però, è che, a un anno dalla sua inaugurazione, la nuova capitale, che avrebbe dovuto essere il motore politico ed economico dell’Indonesia, appare invece come una città fantasma, decadente e abbandonata. E non solo perché è ancora tutto un enorme cantiere. Ma anche perché esistono forti dubbi circa il fatto che Nusantara diverrà mai qualcosa di più. In primo luogo perché il governo attuale, guidato dal controverso presidente Prabowo Subianto, sembra avere meno interesse per il progetto del suo predecessore. Subianto, con buona pace delle dichiarazioni di interesse per la nuova capitale, non ha mai visitato il nuovo sito e, pochi mesi fa, ha declassato il progetto da ‘capitale nazionale’ a ‘capitale politica’. In secondo luogo perché esiste un tema di costi che, come visto, sono molto alti. Il piano originario prevedeva che il governo versasse solo il 20% dei fondi necessari e che il restante 80 venisse coperto da fondi privati. Almeno sino ad ora però questa mobilitazione di investimenti sembra non essersi verificata. E che, forse a causa o forse per effetto di questo disinteresse privato, anche i fondi pubblici per le costruzioni sono stati ridotti. Di conseguenza i lavori hanno preso ad andare a rilento, o a non esserci propro “Sotto la presidenza di Prabowo Subianto , insediatosi lo scorso ottobre, i finanziamenti statali per il nuovo progetto di investimento sono crollati di oltre la metà - scrive il Guardian - passando da 2 miliardi di euro nel 2024 a 700 milioni nel 2025. L'anno prossimo sono stati stanziati 300 milioni di euro, un terzo di quanto richiesto. Anche gli investimenti privati sono scesi di oltre 1 miliardo rispetto all'obiettivo”. Attualmente, a Nusantara, vivono solo 2.000 dipendenti pubblici, cui si somma la effimera presenza di circa 8.000 operai edili. In tutto fa diecimila, un numero molto lontano dal previsto milione che la città dovrebbe raggiungere nel 2030. Un bottino piuttosto magro per un progetto che, sulla carta, avrebbe dovuto cambiare la geografia stessa dell’Indonesia e di tutto l’estremo oriente. E che invece ha devastato un’area immensa e sino ad ora incontaminata di foreste di magrovie creando un danno ambientale e sociale per le popolazioni locali di pescatori i cui danni sono difficili da stimare.

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Giacarta sta sprofondando sotto il suo stesso peso

Luciana Grosso