Gli americani sempre più preoccupati per criminalità e polarizzazione

Un sondaggio condotto da Gallup a inizio settembre mostra un significativo peggioramento del morale dei cittadini statunitensi: solo il 29% di loro si dichiara oggi soddisfatto di come stanno andando le cose nel Paese, ovvero il livello più basso da quando Donald Trump ha iniziato il suo secondo mandato presidenziale a gennaio. Nei mesi tra febbraio e agosto, la tendenza generale era stata positiva, sospinta soprattutto dall'entusiasmo dell’elettorato repubblicano per il ritorno di Trump alla Casa Bianca. In quel periodo, la soddisfazione media tra gli americani era oscillata tra il 31% di inizio giugno e un picco del 38% a inizio maggio. Il recente calo, tuttavia, è quasi interamente dovuto a un peggioramento dell’umore proprio tra i repubblicani, il 68% dei quali si dice oggi soddisfatto della direzione in cui sta andando il Paese contro il 76% di settembre. Gli indipendenti restano invece stabili al 23% e i democratici sono fermi da tempo all’1%, segno di un’opposizione compatta al presidente e un morale sottoterra. Cosa preoccupa gli americani Secondo Gallup, a influire negativamente sul morale degli statunitensi sarebbe stato in particolare l’omicidio dell’attivista conservatore Charlie Kirk, avvenuto proprio nel periodo in cui si svolgeva il sondaggio. L’episodio, che ha suscitato enorme scalpore e ricevuto ampia copertura mediatica, ha infatti contribuito a un generale clima di inquietudine soprattutto nel campo repubblicano. Ad esso si sono inoltre aggiunti altri episodi di inaudita violenza avvenuti nelle settimane precedenti, come la sparatoria in una scuola di Minneapolis e l’accoltellamento apparentemente senza motivo di una donna ucraina su un treno in Carolina del Nord, che hanno riportato al centro del dibattito pubblico il tema della criminalità. Le menzioni di quest’ultima quale principale problema del Paese sono infatti più che raddoppiate tra agosto e settembre, passando dal 3% all’8%: il valore più alto registrato da Gallup dall’agosto del 2020 e, guardando ancora più indietro, dal 2002. L’aumento è stato particolarmente marcato tra i repubblicani: dal 6% al 14%. Anche un’altra questione, legata all’estrema polarizzazione politica nel Paese e al crescente autoritarismo dell’amministrazione Trump, preoccupa però sempre più gli statunitensi. Stiamo parlando dell’unità nazionale, considerata in pericolo dal 10% degli intervistati, una percentuale raddoppiata rispetto ad agosto e il livello più alto mai registrato dal gennaio 2021 subito dopo l’assalto al Campidoglio da parte di una folla di seguaci di Trump che puntava a ribaltare il risultato delle elezioni del 2020. Stavolta l’aumento è dovuto soprattutto agli indipendenti, tra i quali la quota di preoccupati è salita dal 5% al 13%. Ma nonostante questi significativi cambiamenti, il problema più citato dagli americani rimane la cattiva leadership del governo , seguita dall’immigrazione e dall'economia , ora allo stesso livello delle minacce all’unità nazionale. Malgrado il recente calo nel livello di soddisfazione generale, il valore attuale resta comunque più alto rispetto alle percentuali registrate negli ultimi quattro anni, un periodo caratterizzato da forte inflazione e una generale insoddisfazione nei confronti dell’amministrazione Biden. All’inizio del 2025, poco prima dell’inaugurazione di Trump, la percentuale di soddisfatti tra la popolazione americana ammontava infatti solo al 20% e nel luglio 2022 aveva toccato un picco negativo del 13%.

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Gianluca De Feo