Quanto è davvero vicina la guerra all’Europa di cui parla Putin?

C’è qualcosa di surreale nel modo silenzioso, quasi invisibile, con il quale la tensione cresce, giorno dopo giorno tra Europa e Russia. Nel giro di pochi mesi, infatti, la guerra tra Russia e Paesi Europei è passata dall’essere una ipotesi vaga, all’essere un rischio concreto. Poi, dall’essere un rischio concreto all’essere una circostanza vera, già in corso, già presente. Una circostanza nella quale, è vero, non si sentono proiettili fischiare. Ma in cui è lecito credere che i proiettili non fischino perché, forse, in fondo, nemmeno serve. La guerra tra UE e Russia è in corso, nell’indifferenza generale, da una decina d’anni, ed è una guerra invisibile, fatta di operazioni ibride, disinformazione, irroramento delle forze antisistema e anti UE. Proiettili e armi, sino a qualche settimana fa, sul territorio europeo, non se ne sono visti. Dallo scorso dieci settembre, invece, cioè dal giorno dello sconfinamento di 19 droni russi che hanno ‘sforato’ nel cielo della Polonia, hanno iniziato a vedersi anche le armi. Aerei Mib che avevano smarrito la strada ed erano finiti sopra una portaerei tedesca; droni di nazionalità e origine sconosciuta che hanno preso ad andare a spasso in Danimarca, Belgio, Germania. Tutte operazioni di fronte alle quali l’UE ha mosso poco più di un dito, in uno scenario nel quale l’impressione è che alla Russia, in questo momento, sia sufficiente minacciarla la guerra, per farla davvero. E a ogni dichiarazione o azione, più o meno aggressiva del Cremlino, corrisponde un balbettio dell’UE, che dice apertamente di non essere pronta, senza nemmeno fare finta – per una banale regola del gioco delle parti – che non sia così e che mostra, a ogni occasione, quanto fragile e frammenta sia la sua volontà di reazione. Il caso del muro di droni di cui il vertice informale del Consiglio Europeo di mercoledì non è riuscito a trovare un accordo, è un buon esempio: anche se tutti concordano che ci dovrebbe essere, il muro di droni attualmente non c’è e soprattutto nessuno ha idea di come farlo. Così, mentre l’Europa discute, dibatte, si costerna e si indigna, Mosca preme sull’acceleratore. Ieri, da Sochi, città che appena dieci anni fa ospitò le Olimpiadi invernali e che, per alcune ore, parve il luogo in cui i residui di guerra fredda si potessero sciogliere come ghiaccio nell’acqua , ieri il presidente russo ha parlato esplicitamente, senza nemmeno usare giri di parole che potessero dare adito a dubbi e interpretazioni, di guerra all’Europa. Una guerra che, però, secondo il presidente russo non sarebbe di aggressione, ma di difesa, visto che – secondo Putin – l’Europa sta digrignando i denti e parlando, lei per prima, di armi. Quali denti e quali armi non è dato sapere, visto che da settimane l’UE non riesce a muovere un dito contro le violazioni russe del suo spazio aereo, ma tant’è: "Stiamo monitorando attentamente la crescente militarizzazione dell'Europa- ha detto il leader russo- Non possiamo semplicemente ignorare ciò che sta accadendo. Non abbiamo il diritto di farlo per motivi di sicurezza. Credo che nessuno dubiti che le contromisure della Russia non tarderanno ad arrivare". Poi, rispondendo alla frecciatina di Trump che, in un’imprevista giravolta, pochi giorni fa ha mostrato freddezza verso la Russia e insolito ardore verso l’Ucraina, ha definito Mosca una "tigre di carta", Putin ha detto: "Se siamo a nostro agio in guerra con l'intero blocco della NATO, ma siamo una tigre di carta, allora cos'è la NATO?". Poco di cui preoccuparsi, comunque, secondo Putin, perché a suo dire, all’orizzonte, non esiste l’ipotesi di nessuna guerra. A meno che, ovvio, a iniziarla, non sia l’Europa stessa. "A quanto pare la guerra con i russi è praticamente alle porte. Ripetono questa assurdità, questo mantra, ancora e ancora... Non riescono a credere a quello che dicono, che la Russia attaccherà la NATO? O sono incredibilmente incompetenti se ci credono davvero, perché è impossibile credere a queste assurdità, oppure sono semplicemente disonesti". Intanto, però, mentre Putin negava qualunque volontà di guerra , sciami di droni non identificati hanno volato su Monaco e sul Belgio. E cosa faceva l’UE nel frattempo?

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Luciana Grosso