Agli americani il capitalismo piace sempre meno

Negli ultimi anni l’espressione “crisi del capitalismo” è tornata con forza nel dibattito pubblico, poiché ad alcuni le contraddizioni tipiche di questo sistema economico appaiono sempre più evidenti e difficili da contenere. Non si parla solo delle consuete e violente fasi di recessione che segnano i cicli economici, ma anche di un insieme di tensioni che mettono in discussione la sostenibilità del sistema stesso: la crescente disuguaglianza sociale, le bolle di speculazione finanziaria, gli squilibri generati dalla globalizzazione, e soprattutto l’impatto ambientale di un modello fondato sulla crescita illimitata. Di fronte a inflazione, guerre, crisi energetiche e cambiamenti climatici, oggi il capitalismo appare a molti meno come un meccanismo di progresso universale e più come un sistema in affanno, costretto a misurarsi con i propri limiti. Un calo di 6 punti percentuali in quattro anni A confermare che la percezione di una crisi del capitalismo è sempre più diffusa c’è un recente sondaggio di Gallup condotto nel Paese fulcro di questo sistema economico: gli Stati Uniti. Nonostante dall’indagine emerga che la maggior parte degli americani rimane favorevole al capitalismo, il sostegno nei suoi confronti è netto in calo: solo il 54% degli intervistati, infatti, oggi lo valuta positivamente, il livello più basso mai registrato da Gallup negli ultimi 15 anni – e di 6 punti inferiore al 2021, quando la quota di favorevoli ammontava al 60%. Guardando però ai possibili sistemi alternativi, il socialismo resta visto più negativamente che positivamente , con una variazione quasi nulla negli ultimi 15 anni. Ciò dimostra che seppur crescono le critiche nei confronti del capitalismo, non emerge una vera e propria alternativa ad esso. Elettorati diversi, opinioni diverse Il dato più interessante è però l’aumento del divario su base partitica. La fiducia nel capitalismo degli elettori democratici e indipendenti è calata di ben otto punti rispetto al 2021: meno della metà dei democratici oggi guarda positivamente al capitalismo, mentre lo fa ancora una leggera maggioranza di indipendenti . I repubblicani restano invece saldamente pro-capitalismo, con circa i tre quarti che lo valutano positivamente, una quota addirittura in leggero aumento rispetto al 72% del 2021. Per quanto riguarda il socialismo, il trend è quasi opposto: negli ultimi 15 anni i democratici sono diventati progressivamente più favorevoli – dal 50% del 2010 all’attuale 66% – mentre i repubblicani sono sempre più negativi – dal 19 al 14% – e gli indipendenti abbastanza stabili – dal 36 al 38%. I Dem sono l’unico gruppo dei tre che oggi preferisce il socialismo al capitalismo. Il calo di gradimento delle grandi imprese Un’altra frattura netta riguarda la percezione nei confronti delle imprese e aiuta a comprendere il crescente malcontento di una parte della popolazione nei confronti del capitalismo. I piccoli imprenditori e il principio della libera impresa restano molto apprezzati , ma le grandi aziende sono sempre meno popolari: solo il 37% degli americani le valuta positivamente e il 62% negativamente. Il giudizio positivo sulle grandi corporation è crollato soprattutto negli anni recenti, se si considera che solo nel 2019 il 52% degli intervistati le vedeva di buon occhio. Anche in questo caso emerge un divario su linee partitiche: il 60% degli elettori repubblicani è in favore delle grandi imprese, contro il 36% degli indipendenti e appena il 17% dei democratici. Per questi ultimi due gruppi si tratta di nuovi minimi storici.

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Gianluca De Feo