Gli americani si fidano sempre meno della Corte Suprema

Un sondaggio del Pew Research Center condotto in agosto fotografa una situazione piuttosto critica per quanto riguarda l’immagine della Corte Suprema degli Stati Uniti. L’opinione pubblica appare infatti divisa quasi a metà: circa la metà degli americani esprime giudizio sfavorevole , l’altra metà favorevole . Si tratta di un tasso di approvazione 22 punti percentuali più basso rispetto all’agosto 2020, quando il 70% degli americani aveva un’opinione positiva dell’istituzione cardine del potere giudiziario. La Corte oggi è composta da nove giudici in carica a vita, tre dei quali nominati da Donald Trump, due da Barack Obama, due da George W. Bush, uno da suo padre George H.W. Bush e uno da Joe Biden. Ciò determina ormai da qualche anno una maggioranza schiacciante per i giudici di orientamento conservatore, che ha portato, tra le altre cose, al ribaltamento nel 2022 di Roe v. Wade, la storica sentenza del 1973 che proteggeva il diritto all’aborto negli Stati Uniti. Le differenze più nette nel tasso di approvazione emergono infatti lungo le linee di partito. Solo il 26% dei democratici e degli indipendenti di orientamento progressista guarda con favore alla Corte, una percentuale che già da tre anni è la più bassa mai registrata in oltre trent’anni. Nel 2021, prima della storica sentenza che ha cancellato il diritto federale all’aborto e di altre sentenze controverse, quasi due terzi dei progressisti giudicava l’istituzione positivamente. Tra i repubblicani, invece, si registrò un crollo di fiducia nel 2015, quando la Corte emanò la storica sentenza Obergefell v. Hodges che legalizzo il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti. Allora, solo il 33% degli elettori di orientamento conservatore esprimeva un giudizio positivo, un picco negativo record. Ma negli anni successivi, la virata a destra della Corte ha portato il tasso di approvazione tra l’elettorato repubblicano a crescere fino all’attuale 71%. Sul piano ideologico, oggi quasi la metà degli americani considera la Corte “conservatrice”, mentre il 44% la percepisce come “equilibrata” e solo una minima parte la ritiene “progressista”. Anche qui emerge una frattura significativa: il 69% dei Democratici la descrive come conservatrice, mentre quasi la stessa percentuale dei repubblicani ritiene moderata. Quanto al potere della Corte, il 57% degli statunitensi ritiene che sia adeguato, il 32% pensa che sia eccessivo e solo il 9% lo considera troppo scarso. È interessante notare che la quota di Democratici che accusano la Corte di avere troppo potere è scesa sensibilmente , pur rimanendo più alta rispetto a cinque anni fa: una probabile conseguenza della presa di potere di Donald Trump, che rifiutandosi in diverse occasioni di obbedire alle sentenze dei tribunali sta mettendo a dura prova la tenuta dell’intero sistema giudiziario americano. I repubblicani, invece, ritengono in larga parte che l’equilibrio di potere sia corretto. Infine, tornando sul tema della politicizzazione, l’opinione pubblica è molto critica. Solo il 14% degli americani pensa che i giudici stiano facendo un buon lavoro nel tenere fuori le proprie convinzioni politiche dalle sentenze, mentre oltre la metà ritiene che non ci riescano. I democratici sono i più severi, mentre i repubblicani appaiono più divisi. Tuttavia, per una volta c’è un consenso trasversale molto forte: l’86% degli americani, sia democratici sia repubblicani, concorda sul fatto che i giudici non dovrebbero lasciare che la politica influenzi le loro decisioni.

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Gianluca De Feo