L'Afd contagia anche la Germania Ovest

Si possono prendere 15 punti meno del proprio avversario e, nonostante questo, sostenere di aver vinto le elezioni? A quanto pare sì. Ed è quello che è successo nelle ultime ore in Germania, dove le elezioni locali nel Land più importante e popoloso del Paese, quello del Nord Reno Westfalia, sono state effettivamente vinte dai centristi della Cdu con il 33% delle preferenze. Ma dove tutti parlano di un’altra cosa: del risultato di Alternative für Deutschland, AfD, arrivato terzo con il 15% dei voti, dopo la Spd ferma al 22%. Le ragioni di tanta attenzione per il risultato del partito che, in fin dei conti, queste elezioni le ha perse sono molte. La prima è che Alternative für Deutschland è la bestia nera della politica tedesca, l’incubo di chiunque non la voti e non la sostenga. AfD, infatti, si colloca all’estrema destra dello spettro politico, e lo fa senza timore di recuperare vessilli, slogan e feticci dei suoi antenati degli anni ‘30. Non solo: negli ultimi anni, la formazione guidata da Alice Weidel ha anche scoperto che nel Paese che per decenni si è retto sul “culto della vergogna”, sul senso di colpa per le atrocità insensate degli anni del Reich, in realtà, specie tra le nuove generazioni, questo “culto della vergogna” non è così poi radicato, tanto vero che, nel tempo, AfD ha sempre spostato un po’ più a destra quello che era possibile dire in un comizio, dalla minimizzazione dell’Olocausto, alla promessa di nuove deportazioni, fino a sostenere che Hitler era un comunista. Affermazioni che sono valse al partito la segnalazione, da parte dei servizi tedeschi, di "partito estremista", "le cui posizioni sono incompatibili con il libero ordine democratico". Ma che, allo stesso tempo, non hanno fatto perdere al gruppo mezzo voto. Anzi, semmai ne hanno accresciuto il consenso: ogni volta che AfD spingeva un po’ più là la soglia della decenza, i suoi voti, invece di diminuire, aumentavano. Un successo nato nelle regioni povere dell’est, in particolare Sassonia e Turingia, nelle quali le promesse di prosperità che la riunificazione aveva portato con sé non sono state mantenute. E le prime in cui il messaggio razzista, xenofobo e anti Ue di AfD ha messo radici, per poi diffondersi in tutto il Paese, incluse zone che per natura dovrebbero essere refrattarie alla destra, come appunto il Nord Reno Westfalia. E questo ci porta alla seconda ragione per cui il 15% di ieri in Nord Reno Westfalia è osservato con tanta attenzione: il luogo in cui si è verificato. La regione, infatti, è stata per tutto il ventesimo secolo zona di minatori e operai. E questo ha fatto sì che per decenni fosse una roccaforte della sinistra tedesca di Spd. Ora, invece, è evidente che le cose sono cambiate. E che non solo il partito socialdemocratico tedesco, in piena crisi di identità e fiducia, non ha più roccaforti, ma che buona parte dei suoi voti operai è stata vampirizzata da AfD che ora viene riconosciuta come voce delle persone meno abbienti. Come per esempio i cittadini di Gelsenkirchen, città del Land, nota per essere la più povera di tutta la Germania e la cui storia sociale e politica dice molto del Paese e del successo di AfD. Per decenni, infatti Gelsenkirchen, è stata una delle città più prospere dell’Ovest, resa ricca dalla presenza di miniere di carbone, che garantivano lavoro per tutti, inclusi i molti e beneaccetti immigrati. Poi, ovviamente, con il tempo, le miniere di carbone hanno chiuso, i lavori si sono fatti più radi e meno retribuiti e la città ha preso a spopolarsi. Oggi a Gelsenkirchen il tasso di disoccupazione è il doppio di quello del resto del Paese e il reddito medio il più basso di tutti . Così, man mano che la città si impoveriva e gli immigrati aumentavano, i risultati di AfD hanno preso a crescere e, fra due settimane, per la prima volta, un candidato del partito andrà al ballottaggio per diventare sindaco della città. Anche se non vincesse, considerato che il distacco con la candidata socialdemocratica Andrea Henze è di dieci punti e che, con ogni probabilità, gli elettori centristi di CDU convergeranno su Henze, il punto è un altro. E coincide esattamente con la terza ragione di allerta su questo exploit: il fatto che, se anche AfD non vince le elezioni, comunque da anni catalizza ogni dibattito politico. La necessità di allearsi con AfD, quella di isolarla, quella di sconfiggerla, quella di comprenderne gli elettori. Persino questo articolo, che parla di un partito che è arrivato terzo. Tutti dibattiti altro non sono che una certificazione del fatto che, in questa fase, nella politica tedesca, ci sia solo AfD e che tutto vi ruoti intorno. Non solo. Nel tempo i consistenti e continui successi elettorali del partito hanno portato gli ultimi due governi, uno a guida socialdemocratica e uno a guida centrista, a giocare in difesa, a adottare stralci della sua agenda, soprattutto sul tema dell’immigrazione . Per questo le elezioni in Nord Reno Westfalia sono guardate con tanta attenzione: perché, anche se a vincere è stata la CDU, il risultato di AfD è il sintomo di un contagio che non si può ignorare.

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L'Afd contagia anche la Germania Ovest

Luciana Grosso