I dati sulle deportazioni e gli arresti dell'ICE fino ad ora

All’inizio del suo secondo mandato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva fissato l’ambizioso obiettivo di deportare un milione di immigrati irregolari ogni anno. Sebbene nel 2025 il numero delle espulsioni sia ancora lontano da quella soglia, l’idea di “deportazioni di massa” evocata più volte dal presidente sta prendendo forma: dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, la sola Immigration and Customs Enforcement ha infatti già rimpatriato nei propri Paesi d’origine quasi 200 mila persone, che di questo passo potrebbero diventare 400 mila entro fine anno. L'impennata rispetto all'amministrazione Biden Guardando ai dati relativi agli arresti, le detenzioni e le espulsioni nell’ultimo anno, l’impennata rispetto al periodo finale della precedente amministrazione è netta. Tra il 31 dicembre e il 13 gennaio – gli ultimi giorni del governo Biden – gli arresti effettuati dall’ICE erano stati circa 8.500; tra il 28 gennaio e il 10 febbraio sono saliti a oltre 12.500, per poi toccare quota 20.000 nella prima metà di giugno. A fine 2024, poco meno di 40 mila persone si trovavano in detenzione nelle strutture dell’ICE, un numero che è andato progressivamente salendo fino alle oltre 61 mila attuali. Infine, nella prima metà di gennaio l’amministrazione Biden aveva deportato solo 7.400 persone, che nei primi dieci giorni di agosto sono diventate più di 20 mila. Nella prima settimana di agosto, le espulsioni hanno raggiunto quasi le 1.500 al giorno: un ritmo che non si registrava dai tempi dell’amministrazione Obama, una delle più dure contro l’immigrazione irregolare in tempi recenti, che nel solo 2014 rimpatriò circa 316 mila persone. Secondo la CNN, contando anche i respingimenti alla frontiera operati da altre agenzie come la US Customs and Border Protection e la Guardia Costiera, oltre alle cosiddette “self-deportations” di chi sceglie volontariamente di lasciare il Paese, il numero complessivo di espulsioni da gennaio di quest’anno a oggi sfiorerebbe addirittura quota 350 mila. Le differenze rispetto a Obama Una differenza chiave rispetto all’amministrazione Obama riguarda però la natura delle deportazioni: mentre sotto il presidente Dem la maggior parte dei rimpatri riguardava persone che avevano appena valicato il confine illegalmente e gli arresti interni per lo più criminali, lo scorso maggio l’amministrazione Trump ha ordinato un’escalation di massa degli arresti che ha colpito soprattutto gli immigrati senza precedenti penali. Da quel momento in poi, infatti, l’enorme aumento di arresti ha riguardato per lo più persone senza condanne pregresse. Ciò ha scatenato proteste in tutto il Paese e numerose cause legali, che non sono però riuscite a fermare l’azione del governo. Nuovi fondi per l'ICE per accelerare le operazioni Quest’ultimo si è detto più volte soddisfatto dei risultati ottenuti, descrivendoli come un progresso storico nel realizzare la promessa delle deportazioni di massa, ma la CNN riporta che dietro le quinte alcuni alti funzionari dell’amministrazione Trump sono frustrati per il fatto che le operazioni procedono più lentamente del previsto. Anche per questo motivo, i repubblicani hanno recentemente approvato un nuovo massiccio finanziamento destinato a trasformare l’agenzia in una delle forze di polizia federali meglio finanziate. Tra il 2025 e il 2029, l’ICE riceverà quasi 75 miliardi di dollari, di cui circa 45 miliardi saranno destinati all’aumento della capacità dei centri di detenzione e circa 30 miliardi a potenziare le operazioni di arresto e trasferimento dei migranti.

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Gianluca De Feo