Quando il cielo si fece buio. Una storia dell'11 settembre

"Era una giornata meravigliosa". Inizia così il suo racconto: “Abbiamo iniziato a lavorare alle 8:30, ero alla mia scrivania al 101° piano della Torre Sud e avevo appena iniziato la mia giornata. Quando alle 8:46 il primo aereo è entrato nella Torre Nord, ecco cosa ho sentito: boom. Un boato, anche relativamente tenue". “La cosa angosciante - prosegue - è che quello che fino a quel momento era stato un bellissimo cielo azzurro ora stava diventando marrone”. Desiree ha guardato fuori dalle finestre e ha visto fogli di carta che svolazzavano: “Sono al 101° piano", ho pensato, "Non dovrebbe esserci carta che vola fuori dalla mia finestra”. Desiree e i suoi colleghi pensavano che il boato che avevano sentito potesse essere riconducibile ad una bomba, come quando il 26 febbraio 1993 un furgone esplose nel parcheggio sotterraneo del World Trade Center. La telefonata con la madre “Ho dovuto chiamare mia madre, perché sapevo che se avesse saputo quello che era successo prima di avermi sentita, sarei stata nei guai. Ed è stata mia madre a dirmi: Te ne vai? Perché fino a quel momento non ci avevo nemmeno pensato. E visto che mia mamma me lo chiedeva, ho detto: Certo, me ne vado". Così Desiree ha iniziato a preparare le sue cose per lasciare l’ufficio. Il treno e il libro “Avevo bisogno del biglietto del treno per tornare a casa e avevo bisogno del mio libro da leggere. Perché, come probabilmente sapete bene, non si sale sui mezzi pubblici a New York senza niente da leggere. Così ho preso le mie cose, ho alzato lo sguardo e ho visto Jim, il nostro responsabile che passava. Visto che prima mi aveva sentito dire che secondo me era esplosa una bomba, era passato a dirmi che sua moglie, che stava guardando la TV, lo aveva appena chiamato per informarlo che un aereo si era schiantato contro la Torre Nord.” Non era stupita: “Quando ti trovi al 101° piano di uno di questi edifici, gli aerei volano sotto di te, anche gli elicotteri volavano sotto di te. In una giornata invernale, se dovevo fare una commissione e fuori dalla finestra nevicava, portavo con me l'ombrello, perché sapevo che una volta arrivata giù avrei trovato la pioggia. Ho continuato a preparare le mie cose e quando ho alzato di nuovo lo sguardo, ho visto che Jim mi stava aiutando”. Una volta finito, Desiree ha seguito il suo responsabile e altri due colleghi e insieme sono andati dal lato sud dell’edificio al lato nord, si sono avvicinati alle finestre per vedere cosa accadesse ma non c’era nulla di strano. A quel punto il suo responsabile le ha detto che era ora di tornare a casa. Fantastico - pensò Desiree - non sono nemmeno le 9:00 e stiamo tornando a casa. Tutti vanno via Quella parte del piano che solitamente ospitava più di 400 persone era vuoto, così ha cominciato ad insospettirsi e a chiamare i colleghi per capire dove fossero finiti. Erano andati tutti via. Quando l’aereo era volato davanti le loro finestre avevano avvertito un fortissimo calore, tanto che la carta sulle loro scrivanie si era carbonizzata. Tutti i dipendenti che invece lavoravano sul lato sud est dell'edificio non si erano accorti di nulla. Ma a quel punto, Jim il responsabile del suo ufficio, aveva detto a tutti che era ora di andare, così Desiree si era diretta verso gli ascensori. “Ho visto Jim percorrere il corridoio. Stava facendo un'altra perlustrazione. Voleva assicurarsi che tutti sapessero che era ora di tornare a casa, ma non è mai riuscito ad uscire”. Quella mattina Desiree non ha provato alcun panico, tutto quello che stava succedendo avveniva nell’altro edificio. Tanto che alcuni ricordano di aver sentito l'impianto di diffusione sonora che chiedeva ai dipendenti di tornare alle proprie postazioni. Lei non lo aveva sentito perché c’era tanto rumore, le persone parlavano, c’era chi rideva e faceva battute. L'ultimo ascensore “So di essere riuscita a prendere uno degli ultimi ascensori per scendere al piano terra, con tre dei miei colleghi. Sarebbe stato facilissimo uscire su Liberty Street, se non fosse stato per i vigili del fuoco e la polizia che ci invitavano a trovare un'altra uscita, dicendo che era per la nostra sicurezza. Così siamo scesi nella zona del centro commerciale e siamo arrivati vicino a dove oggi si trova Zuccotti Park, ovvero al World Trade Center. Mi ricordo bene che ora fosse, erano le 9:03, quando il volo United 175 è entrato nel nostro edificio”. Un evento mondiale Solo quel giorno morirono circa 3000 persone, non solo americani, provenivano da 90 differenti Paesi. Non fu solo un evento che colpì di New York – come sottolinea Desiree - non fu nemmeno solo un evento statunitense, fu un evento mondiale. “Cittadini di oltre 90 paesi sono morti al Word Trade Center. E questo è uno dei motivi per cui sono qui come guida al museo, perché non voglio che vengano dimenticati. I loro nomi sono scritti sul memoriale ma devono essere ricordati. Dobbiamo ricordare", ribadisce ancora una volta, "perché nulla di simile possa mai più ripetersi”.

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Quando il cielo si fece buio. Una storia dell'11 settembre

Cristiana Mancini