Quando entreranno effettivamente in vigore le norme del Big Beautiful Bill?

Il 4 luglio scorso Donald Trump ha firmato il One Big Beautiful Bill Act, una delle leggi di bilancio più ampie e pervasive degli ultimi anni, che interviene su tasse, programmi di assistenza sociale, prestiti studenteschi, immigrazione e più in generale comporta un'ingente riduzione della spesa pubblica. Diversi studi condotti da analisti e organi dello stesso governo federale hanno dimostrato che la normativa rischia di arricchire ancor di più i più ricchi e impoverire i più poveri. La legge porterà infatti al suo minimo dagli anni ‘60 la spesa del governo federale in ambiti non emergenziali che non riguardano l’esercito e la difesa, tagliando una serie di misure di welfare e al contempo riducendo le tasse. Ma ora che la legge è stata approvata, quando entrano effettivamente in vigore le sue misure? Alcune modifiche sono già operative dal momento della firma di Trump, altre saranno attuate gradualmente nei prossimi mesi e anni. Le tasse Sul fronte fiscale, la normativa conferma o modifica molti dei tagli alle tasse portati avanti dallo stesso Trump nel 2017. Alcuni cambiamenti sono immediati e non hanno data di scadenza, come la nuova configurazione delle detrazioni per figli a carico, ora accessibili solo per chi possiede un Social Security Number valido per lavorare. Altri interventi hanno invece un carattere temporaneo: fino al 2028, ad esempio, le mance fino a 25 mila dollari annui non saranno tassate, così come una parte delle ore di straordinario. La detrazione delle tasse statali e locali verrà drasticamente ampliata a partire dal 2025, per poi crescere ancora e infine tornare al livello originario nel 2030. Parallelamente, le detrazioni fiscali legate alla transizione ecologica saranno ridotte: quelle sull’acquisto di auto elettriche a partire da settembre 2025, quelle destinate a chi ristruttura le abitazioni rendendole più efficienti da giugno 2026. L’anno prossimo saranno anche introdotti limiti più stringenti alle detrazioni per i redditi alti, ma si alzerà anche la soglia oltre la quale scattano le tasse di successione e per le donazioni, portandola a 15 milioni di dollari: un evidente vantaggio per chi detiene grandi patrimoni. Una novità per le famiglie è invece la creazione dei cosiddetti “Trump accounts”, conti agevolati per i bambini nati tra il 2025 e il 2028, con un contributo iniziale dello Stato e la possibilità di accumulare risparmi senza svantaggi fiscali. I tagli al welfare Come abbiamo visto, accanto alle tasse la legge interviene duramente sul sistema di welfare. Lo SNAP, il programma federale che fornisce buoni per l’acquisto di beni alimentari ai meno abbienti, già dal 2025 diventa più selettivo: si rafforzano i requisiti di lavoro e di nazionalità per poter accedere agli aiuti e, dal 2028, gli stati dovranno coprire una parte dei costi che finora erano interamente a carico del bilancio federale. Anche Medicaid, il programma federale che garantisce assistenza sanitaria a chi ha reddito basso, viene rivisto, soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti agli stati che avevano aderito all’espansione prevista dall’Affordable Care Act di Barack Obama. A partire dal 2026 i fondi federali si ridurranno gradualmente ed entro la fine di quello stesso anno i beneficiari dovranno rispettare obblighi di lavoro o di attività comunitaria per continuare a ricevere l’assistenza. Si tratta di una trasformazione che scarica maggiori responsabilità e spese sugli stati, costringendoli a decidere se sostenere i programmi con risorse proprie o ridurne la portata. La stretta sui prestiti studenteschi Un altro capitolo centrale è quello dei prestiti studenteschi. Dal luglio 2026 i piani di condono e alleggerimento dei debiti introdotti da Joe Biden, che negli anni passati avevano dato respiro a milioni di studenti, verranno eliminati. Rimarranno validi solo per i finanziamenti già erogati, ma chi si indebiterà in futuro avrà davanti due sole strade: un rimborso standard con rate da completare in dieci o venticinque anni, oppure un piano basato sul reddito che potrà durare fino a trent’anni. La riforma introduce anche limiti molto precisi: i prestiti per lauree magistrali non potranno superare i 100 mila dollari e quelli per le scuole professionali i 200 mila. Nel 2027 spariranno inoltre le possibilità di sospendere i pagamenti in caso di disoccupazione o difficoltà economiche, rendendo il sistema più rigido e meno capace di adattarsi alle crisi personali. Azione immediata Anche il tema dell’immigrazione, come ci si potrebbe aspettare da Trump, è un pilastro della riforma. Già al momento della firma della legge sono state introdotte nuove tariffe: 100 dollari per ogni domanda d’asilo e un aumento dei costi per i permessi di lavoro destinati a richiedenti asilo, persone in libertà vigilata o con status di protezione speciale. Contemporaneamente, e fino al 2029, vengono potenziati i fondi per l’ICE e per la Border Protection, con un nuovo meccanismo che consente al governo federale di rimborsare gli stati che investono nella sicurezza di confine. Si tratta dell’unico ambito in cui i provvedimenti sono tutti effettivi da subito.

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Gianluca De Feo