La popolazione Ue cresce. Ma non dappertutto e non grazie all’Italia

Con il 2024 fanno quattro anni consecutivi di aumento. E potrebbero essere anche di più se non fosse stato per la pandemia che nel 2021, limitando l’immigrazione e incrementando i decessi ha interrotto la serie di crescita della popolazione dell’Ue che altrimenti sarebbe stata ancora più lunga. Fatto sta che al primo gennaio 2025, dicono gli ultimi dati dell’Ufficio statistico europeo Eurostat, i residenti dell’Unione hanno superato quota 450 milioni, con una crescita di poco più di 1 milione rispetto a 12 mesi prima. Se non visualizzi il grafico clicca qui La popolazione dei 27 sale dunque, ma questa è solo una parte della storia. Dietro al computo complessivo ci sono infatti altri capitoli che vanno letti per avere un quadro più completo: dalle differenze tra Paese e Paese al ruolo dell’immigrazione fino alle proiezioni a breve termine. Vediamoli uno per uno, in quest’ordine. Crescita sì ma non per tutti La popolazione Ue cresce, si diceva. Ma non allo stesso modo e non ovunque, ovviamente. E soprattutto, come sappiamo, non in Italia. Il nostro, come certifica Eurostat, è infatti uno di quegli stati membri dove nell’ultimo anno i residenti sono calati. Non si è trattato di un calo vistoso, semmai piuttosto contenuto: -0,06%. Nondimeno il segno davanti al numero risulta negativo e associa l’Italia ad un manipolo di Paesi europei tutti situati nell’est del continente e colorati con una scala di rosso nella mappa seguente. Nella parte orientale dell’Europa, con l’eccezione della Lituania, il calo della popolazione è generalizzato, con un picco in Moldavia dove negli ultimi 12 mesi gli abitanti sono calati dell’1,73%. Diverso il discorso altrove, dove la crescita della popolazione, seppure molto limitata, prosegue e tinge la superficie del Paese di azzurro. Nella maggior parte dei casi l’incremento della popolazione da un anno all’altro resta sotto l’1%, con qualche eccezione che spicca per un blu più acceso: Portogallo , Islanda e Irlanda . Se non visualizzi la mappa clicca qui l’immigrazione dietro la crescita europea I numeri totali non lo dicono, ma c’è un segreto dietro la, seppur striminzita, crescita europea. E quel segreto riguarda un fenomeno che nella maggior parte dei Paesi europei suscita le preoccupazioni delle opinioni pubbliche e le sempre più allarmate reazioni di una fetta crescente dello spettro politico: l’immigrazione. Senza l’afflusso di uomini e donne da Paesi extracomunitari, la popolazione europea avrebbe già smesso di crescere da un pezzo. Perché l’aritmetica della demografia è semplice: si cresce se nascono più persone di quante ne muoiano. E in Europa non accade dalla metà degli anni ‘10. Da allora, infatti, ogni anno i morti superano i nati, con la differenza che aumenta nel tempo. Se non visualizzi il grafico clicca qui Il 2024 non ha cambiato la tendenza. Nell’Unione europea sono morte 4,82 milioni di persone e ne sono nate 3,56 milioni. Questo significa, per usare il linguaggio dei demografi, che il saldo naturale della popolazione è negativo: -1,3 milioni circa. A compensare questo deficit ci ha pensato il saldo migratorio, ovvero la differenza tra persone che hanno lasciato l’Ue e quelle che sono arrivate, che sono state 2,3 milioni più delle prime. Abbastanza da compensare l’eccesso di morti rispetto alle nascite e far salire la popolazione complessiva. ma dal 2030 sarà calo Insomma, ci ha salvato l’immigrazione. Sempre che si ritenga che la crescita della popolazione e rallentare per quanto possibile l’invecchiamento della popolazione siano obiettivi che vale la pena di perseguire. Attenzione, però: neanche gli immigrati riusciranno ad evitare ancora per molto il calo demografico comunitario. A dirlo sono proprio i demografi. Secondo le ultime proiezioni a breve termine rese note da Eurostat, la diminuzione degli abitanti dei 27 comincerà abbastanza presto, intorno al 2030, e poi proseguirà per un bel po’. Quanto veloce o quanto lenta sarà la discesa in questione dipende da tanti fattori, e vari sono gli scenari disegnati dagli esperti. Una cosa però è certa. Se non fosse per coloro che, pur vivendo in Paesi extra comunitari, vogliono trasferirsi nel Vecchio continente, il calo sarebbe un tracollo. Per capirlo basta guardare la proiezione che simula un saldo migratorio pari a zero, vale a dire nessun apporto di immigrati. In quel caso - del tutto irrealistico, ripetiamo - la popolazione europea perderebbe quasi 50 milioni di residenti nel giro di 25 anni. Se non visualizzi il grafico clicca qui

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Raffaele Mastrolonardo