Il ricatto di Trump a Lula: dazi e sanzioni per favorire Bolsonaro?

Il bullismo politico dell’America trumpiana colpisce il Brasile, nel pieno di un braccio di ferro che ha tutto il sapore della ritorsione e dell’interferenza politica. Ieri Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che alza i dazi contro il Brasile, portandoli dal 10% simbolico fissato ad aprile a un pesante 50%. Restano escluse alcune categorie merceologiche strategiche per le imprese statunitensi – come componenti aeronautiche, minerali ferrosi, succo d’arancia e diversi prodotti agroalimentari – ma il messaggio politico è netto: colpire il governo di Luiz Inácio Lula da Silva. Lula nel mirino Il presidente brasiliano, che di recente ha criticato Trump accusandolo di voler “fare l’imperatore del mondo”, è diventato il bersaglio della Casa Bianca per almeno tre ragioni. Primo: la postura autonoma assunta dal Brasile sui dossier internazionali, in netta controtendenza con le priorità statunitensi. Lula ha criticato Israele per la guerra a Gaza, ha rilanciato la battaglia dei Brics per la dedollarizzazione e ha promosso un multipolarismo che Washington non gradisce. Secondo: la gestione del caso Bolsonaro. L’ex presidente è sotto processo per l’assalto dei suoi sostenitori al palazzo presidenziale del Planalto, nel gennaio 2023 – un episodio che ricalca per dinamiche e clima l’assalto a Capitol Hill del 2021. Bolsonaro, alleato storico di Trump durante il primo mandato del tycoon, rischia ora una condanna penale che potrebbe estrometterlo dalle elezioni del 2026. Un'ipotesi che Washington guarda con sospetto, leggendovi una possibile “epurazione politica”. Terzo: le tensioni sul fronte digitale. Lula è accusato di ostilità verso le big tech americane, in particolare verso X – la piattaforma di Elon Musk – finita sotto inchiesta in Brasile per il suo ruolo nella diffusione delle fake news che hanno alimentato l’assalto al Planalto. Una linea considerata punitiva da Washington, che l’ha trasformata in leva per aumentare la pressione sul governo. Nel mirino anche la magistratura Ma la mossa più estrema è arrivata sul fronte giudiziario. Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, considerato figura chiave nelle indagini sull’assalto del 2023, è stato colpito da sanzioni individuali ai sensi del Magnitsky Act – una legge pensata per punire funzionari stranieri coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani. Il Tesoro Usa, attraverso l’Office of Foreign Assets Control , ha disposto il congelamento dei suoi beni negli Stati Uniti e il divieto di qualsiasi transazione con soggetti americani. Come riferisce il Financial Times, all’origine di questa misura c’è una pressione convergente: da un lato il Dipartimento di Stato guidato da Marco Rubio, tra i più ostili ai governi progressisti dell’America Latina; dall’altro, il lobbying della destra brasiliana, che pur di colpire Lula arriva ad auspicare sanzioni contro il proprio Paese. Emblematico il caso di Eduardo Bolsonaro, figlio dell’ex presidente, trasferitosi a inizio anno negli Stati Uniti proprio per fare pressing sull’amministrazione Trump affinché punisse il Brasile e aiutasse la riabilitazione politica del padre. Scontro senza precedenti Lo scontro tra Washington e Brasilia raggiunge così un livello mai visto. Lula non è nuovo ai dualismi con Washington: già lo scorso settembre, il suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu era stato letto in contrapposizione a quello di Joe Biden, a simbolo della frattura tra Sud globale e Occidente. Ma oggi il clima è cambiato: l’unilateralismo trumpiano non si limita al piano geopolitico, e piega anche gli strumenti commerciali e giuridici per influenzare dinamiche di politica interna altrui. L’obiettivo è chiaro: indebolire un presidente democraticamente eletto per spianare la strada a un rivale politico amico. È un approccio muscolare, impermeabile alla mediazione, e incurante dei contesti istituzionali e delle alleanze di lungo corso. Ma, paradossalmente, questa escalation potrebbe avere un effetto opposto a quello sperato: rafforzare Lula e consolidare il suo percorso autonomo su scala globale.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Il ricatto di Trump a Lula: dazi e sanzioni per favorire Bolsonaro?

Andrea Muratore